FIRENZE – Potenziare la capacità dei più giovani di ricostruire i meccanismi che governano la produzione di notizie e contenuti, capire come navigare e co-modellare il panorama dei media attuali, condividere strumenti di contenimento delle fake news a favore delle “fair news”. Il tutto con un approccio collaborativo e guidati dagli studenti stessi. Questi gli obiettivi del progetto “Fair News: Learning to navigate knowledge” che giunge oggi a conclusione dopo due anni di attività nelle scuole superiori.
Cinque i paesi europei coinvolti, Italia, Svezia, Romania, Bulgaria e Austria, 13 le scuole e oltre 260 gli studenti che hanno preso parte ai laboratori, oltre 50 gli articoli e i contenuti realizzati dai partecipanti confluiti nella piattaforma digitale “Fairnewspapaper”, presentata durante la restituzione finale il 15 maggio scorso.
Il progetto Erasmus+ ha come capofila l’Agenzia Spazio Reale Formazione Impresa Sociale SRL – ETS (www.spaziorealeformazione.it). Cinque i partner che nei diversi paesi hanno portato avanti il lavoro con gli studenti: Toscana Oggi Società Cooperativa (Italia)www.toscanaoggi.it, Traces&Dreams (Svezia) www.tracesdreams.com, Centre of Resources and Consultancy in Education (Romania) www.crceromania.ro, Know & Can Association (Bulgaria) www.knowandcan.com, VAEV Research and Development Agency (Austria) https://euresearch.at/
Fair News nei due anni ha seguito varie fasi: dalla ricerca e formazione degli educatori, l’individuazione dei bisogni formativi e poi la vera e propria attività con le scuole. In aula sono stati affrontati temi come l’alfabetizzazione mediatica, la cittadinanza digitale, come si analizzano, producono e distribuiscono le notizie sui media.
“I ragazzi si sono dimostrati davvero interessati ad approfondire le dinamiche che oggi governano i media, strumenti che hanno tutti i giorni sottomano ma di cui raramente conoscono il funzionamento – spiega Olivia Salimbeni, Direttrice dell’Agenzia Spazio Reale Formazione capofila del progetto – i nostri “nativi digitali” potranno forse avere facilità nell’utilizzo della tecnologia ma questo non significa che ne comprendano automaticamente la complessità e i meccanismi sottostanti. Per farlo dobbiamo fornire loro un linguaggio entro cui orientarsi, per sviluppare capacità critica e consapevolezza rispetto ai messaggi che ogni giorno li pervadono, senza subirli passivamente”, conclude Salimbeni.