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Decreto autovelox in vigore. Fiab Firenze Ciclabile: “Provvedimento populista, meglio una multa in meno che salvare una vita in più?” – ASCOLTA

today29/05/2024

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    Carducci su decreto autovelox 29052024

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    Carducci su campagna elettorale 29052024

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FIRENZE –  “Meglio fare un multa in meno che salvare una vita in più” E’ questo lo spirito, secondo il presidente della Fiab – Firenze Ciclabile, Tiziano Carducci, del cosiddetto “decreto autovelox” fortemente voluto dal Ministro dei Trasporti Matteo Salvini e pubblicato ieri: “Un decreto elettorale, il ministro ha da tempo avviato una campagna che strizza l’occhio al non rispetto dei limiti di velocità”. Nel mirino delle critiche della Fiab in particolare quella norma che prevede l’impossibilità di utilizzare strumenti di rilevazione della velocità nei tratti in cui c’è un limite inferiore di 20 km/h rispetto al limite generale per quel tipo di strada. Tradotto, significa ad esempio che nelle strade urbane dove il limite è 50 all’ora, niente autovelox nelle “zone 30”: “Non è tanto un problema per le postazioni fisse che si contano sulle dita di una mano. Il divieto riguarda anche l’uso di postazioni mobili, come fatto a Bologna nei mesi scorsi in prossimità delle scuole” spiega Carducci.

Riguardo invece la campagna elettorale per le comunali a Firenze che è in corso, Carducci si dice abbastanza soddisfatto per l’attenzione data ai temi ambientali: “Come una delle 13 associazioni dell’Osservatorio per la sostenibilità abbiamo organizzato un incontro con tutti i candidati e siamo riusciti a dare centralità ai temi della qualità dell’ambiente”, dice, aggiungendo “Il tema ‘tramvia sì / tramvia no’ ha monopolizzato il dibattito, noi abbiamo posto anche quello della ‘città 30’: mi sarei aspettato qualche presa di posizione più decisa da parte dei candidati” perché è un tema non solo di mobilità ma anche ambientale: “Ricordiamo che le polveri sottili uccidono”. E sullo “scudo verde” che alcuni candidati avversano, Carducci lancia un appello: “Innegabile che sul lungo termine sia necessario pensare ad una congestion charge a più livelli come avviane in molte città in Europa, ma va accompagnato con delle misure che garantiscano la mobilità”. Senza però aspettare le nuove tramvie: “Molte opere guardano un orizzonte che arriva al 2030, non abbiamo tutto questo tempo”.

Scritto da: Redazione Novaradio


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