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FIRENZE – Notte in tenda nel mezzo di piazza San Marco per circa un centinaio di universitari dell’ateneo fiorentino e degli altri istituti di alta formazione della città. La protesta è quella della “acampada” piantata da ieri davanti al Rettorato per chiedere la fine delle ostilità a Gaza, una presa di posizione contro l’operazione militare israeliana , e la revoca degli accordi tra gli istituti universitari fiorentini, gli atenei israeliani e le sinergie tra istituti di ricerca e aziende attive in ambito militare che contribuiscono all’aggravare le sofferenze della popolazione civile della Striscia.
Quattro le richieste, spiega a Novaradio Davide, studente all’Istituto universitario Europeo: “Che i nostri atenei prendano una chiara presa di posizione in merito al genocidio, disinvestano dagli accordi con Israele, proteggano il nostro diritto alla protesta e supportino gli studenti e i ricercatori palestinesi che hanno bisogno di aiuto”. E se dagli USA arriva la notizai che l’Università di Sonoma in California, ha annunciato il boicottaggio delle attività e delle collaborazioni con Israel, anche In Toscana qualcosa si muove: l’ateneo Pisa per la prima volta nelle scorse ore ha espresso “preoccupazione” per l’evoluzione degli eventi a Rafah; la presidente del’IUE, Patrizia Nanz, ha detto di voler “garantire uno spazio in cui docenti e ricercatori possano formulare domande, anche scomode” e il Consiglio accademico ha condannato le violenze in corso e ha chiesto “un cessate il fuoco immediato e il rilascio degli ostaggi”. dall’Università di Firenze ancora nessun risposta: “Noi rimareno qua finché i nostri atenei non ci daranno una risposta chiara”