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FIRENZE – Si terrà il 7 giugno la prossima udienza del processo per la cosiddetta “inchiesta KEU”, sullo smaltimento illegale degli scarti cancerogeni della lavorazione della pelle attua, posto in essere secondo la Dda fiorentina da un complesso sistema di complicità che hanno coinvolto le imprese di smaltimento in odore di ‘ndrangheta, quelle del distretto conciario, tecnici degli enti proposti al controllo, ma anche politici e funzionari pubblici. In quell’occasione il giudice dovrà decidere sulle richieste di costituzione di parte civile: oltre 60 quelle presentate, tra cui quelle di Regione Toscana, numerosi Comuni, associazioni ambientaliste come Legambiente, Wwf e GrID, gruppi e singoli cittadini che lamentano come le loro proprietà si siano svalutate dopo le notizie che hanno parlato dello sversamento di sostanze potenzialmente come il cromo esavalente,.
Spiccano anche però, anche due assenze: non hanno fatto richiesta di costituzione di parte civile il Ministero dell’Ambiente né il Comune di Santa Croce sull’Arno, centro nevralgico del distretto conciario e la cui sindaca Giulia Deidda figura tra i 24 indagati: “Assenze rumorose” commenta Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana, che parla di una “enorme preoccupazione” per le notizie – confermate dalla Regione – sulla presenza di una sessantina di altri siti potenzialmente contaminati: “Bisogna capire con la maggior solerzia possibile dove sono e provvedere a bonificarli nel minor tempo possibile: ogni minuto perso mettiamo a repentaglio la salute delle persone”. Già sui siti noti si è aspettato troppo: “Confidiamo nella efficienza del commissario unico alla bonifiche”. E sulle risorse necessari Ferruzza lancia un appello al governo: “E’ il tema numero uno, su cui richiamiamo alla sue responsabilità il risposte al Ministero dell’Ambiente”. E poi il tema dei risarcimenti:”Chi ha inquinato sapendo di farlo, paghi”