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FIRENZE – Al via oggi al Palazzo di Giustizia di Novoli con l’udienza preliminare il processo per l’inchiesta Keu, che riguarda lo sversamento illegale e l’intombamento senza il dovuto trattamento inertizzante delle ceneri di risulta della lavorazione della pelle del distretto conciario – sostanza contenente metalli pesanti che a determinate condizioni sviluppa sostanza cancerogene come il cromo esavalente – ad opera di imprenditori in odore di ‘ndrangheta nel settore smaltimento rifiuti e con la presunta complicità di alcuni tecnici di enti preposti al controllo, imprenditori con ruoli apicali nella Assoconciatori, e perfino alcuni politici e amministratori locali: tra questi la sindaca di Santa Croce sull’aro Giulia Deidda, il consigliere regionale Andera Pieroni e l’ex capo di gabinetto della presidenza regionale Ledo Gori.
In tutto i soggetti per cui la procura chiede il rinvio a giudizio ci sono 24 persone fisiche e 6 enti: i capi di accusa – il cui elenco da solo conta diverse centinaia di pagine dei documenti processuali – vanno dallo smaltimento illecito di rifiuti speciali e pericolosi al concorso esterno in associazione mafiosa, dall’abuso di ufficio alla corruzione elettorale. L’udienza odierna parte con la costituzione delle parti civili: istituzioni, singoli cittadini, associazioni. Già non poche polemiche ha suscitato l’annuncio che il Ministero dell’Ambiente non sarà nel processo, così come il Comune di Santa Croce, l cui sindaca è tra le persone indagate: “Il Ministero ha motivato la decisione spiegando che sono in atto le bonifiche, ma in realtà solo alcuni siti sono stati bonificati” spiega l’avvocato Luca Scarselli, legale che chiederà la costituzione di parte civile dell’associazione ambientalista Gruppo di Intervento Giuridico (GrID) e di differenti gruppi di cittadini residenti nell’aretino e intorno a alla “strada dei veleni”, la nuova Regionale 429 Empoli-Poggibonsi il cui rilevato è stato realizzato proprio con il Keu.
Il processo parte a 3 anni dallo scoppio dell’inchiesta e a 4 anni dall’indagini e si preannuncia molto complesso, per i numero di imputati e per la grande varietà di aspetti coinvolti. Non mancano le preoccupazioni anche sulla possibilità che alcuni reati possano andare prescritti: “Per quanto riguarda il nucleo centrale dell’inchiesta, sullo sversamento dei rifiuti e le complicità con le organizzazioni criminali, è da escludere una prescrizione a breve, anche perché molti reati non si considerano esauriti ma continuativi fino ad oggi” spiega il legale: “Riguardo i livello delle presunte complicità di imprenditori, tecnici e politici, invece, è possibile che una lunga durata del processo possa portare alla prescrizione di reati legati all’abuso di potere. Tutto ruoterà sul riuscire o meno a dimostrare la presenza di un comportamento illecito in associazione e il grado di consapevolezza dell’illecito”.
I luoghi in cui è stato accertato lo sversamento sono 13 in tutta la Toscana, ma secondo le ultime dichiarazioni ufficiali della giunta in Consiglio regionale, le indagini della Dda sarebbero andate avanti e includerebbero una sessantina di altri siti potenzialmente oggetto di sversamento e della contaminazione da Keu – la cui localizzazione però non è stata rivelata. “La notizia è stata confermata ma era già uscita. C’è molta apprensione da parte dei cittadini – dice l’avvocato Scarselli – i faccia chiarezza: se le informazioni non sono sotto segreto investigativo, allora si rendano noti i siti”.