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FIRENZE – “Le stragi si devono evitare, non si può vivere in una condizione in cui il mondo del lavoro è l’anello debole in cui si scaricano le contraddizioni di un modello produttivo che evidentemente non è all’altezza delle sfide: ci sono sempre correttivi che possono essere adottati, il mondo del lavoro non può essere l’anticamera dell’obitorio” attacca Bernardo Marasco, segretario della Camera del Lavoro di Firenze, stamani dai microfoni di Novaradio, nel giorno della mobilitazione nazionale di Cgil e Uil. Nel capoluogo toscano la mobilitazione arriva a quasi due mesi dalla strage degli operai cantiere di via Mariti: nei pressi del cantiere stamani si è riunito un presidio di protesta di circa 40 lavoratori di una ditta, non coinvolta nell’incidente di febbraio, che faceva lavori di carpenteria in quel cantiere e che non viene pagata da Esselunga, con la conseguenza che i lavoratori non sono a loro volta pagati.
In questi due mesi il governo, dopo le prime timide aperture, ha nei fatti respinto le principali richieste avanzate dai sindacati – omicidio sul lavoro, stop ai subappalti a cascata, estensione al settore privato delle tutele negli appalti pubblici – per produrre un pacchetto di norme incentrato su una “patente a punti” duramente criticata dai sindacati: “Inaccettabile che dal governo arrivino pannicelli caldi su un’emergenza indegna per un paese civile” prosegue Marasco: “Fino ad oggi il governo ha proposto una blandissima patente a punti, inefficace” perché “l’elemento di penalizzazione inflitto a chi è ripetutamente” si rende responsabile di “negligenze” è “residuale”.
Anche sul fronte locale, non è ancora giunto ad un punto di caduta il confronto con il Comune di Firenze sul “patto” che dovrà garantire maggiori tutele di sicurezza negli appalti pubblici, ad esempio con il divieto di subappalto a cascata o il divieto di ribasso sulle spese per la sicurezza, che era stato annunciato all’indomani della strage di via Mariti. A dispetto di notizie stampa che stamani parlano di una sua firma, Marasco smentisce seccamente: “Che sia stato siglato è una falsità, siamo nel pieno delle discussione. Le trattative sono riservate e delicate” scandisce: “Noi chiediamo l’estensione del cantiere trasparente e del badge nella gran parte degli appalti pubblici, la sterilizzazione dell’appalto a cascata”. E aggiunge: “La sicurezza e il costo del lavoro non devono essere comprimibili e la preponderanza dei conteggi deve essere sugli aspetti qualitativi anziché sul risparmio” dei costi.