*
LUCCA – Si chiamava Luca Giannecchini, era impiegato in una ditta edile, aveva 51 anni e due figli piccoli: è lui l’ultima assurda morte sul lavoro che registra questo temendo inizio anno in Toscana. Era al lavoro sul fondo di un cantiere stradale, una buca profonda 1,80, quando gli è franato addosso l’argine del cantiere seppellendolo. Inutili i tentativi di rianimarlo. Lascia una moglie, due figli piccoli e una città attonita. Sull’episodio è stata aperta un’inchiesta della magistratura. “Le autorità faranno i loro accertamenti, quando si parla di infortuni mortali in edilizia è difficile parlare di fatalità” commenta a Novaradio Michele Mattei, segretario Fillea Cgil di Lucca, facendo riferimento al fatto che, in quel genere di cantieri, le norme di sicurezza prevederebbero l’installazione di paratie di contenimento. Misure per certi versi banali, così come sono spesso la cause delle morti in edilizia: cadute dall’alto, schiacciamenti, urti. Rimane il dolore per l’ennesima vita spezzata, proprio alla vigilia dell’apertura a Firenze si riunisce l’assemblea nazionale dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza di Cgil e Uil convocata anche sull’onda dei fatti del 16 febbraio, con la morte dei 5 operai nel cantiere di via Mariti: “Le risposte finora arrivate dal governo sono insufficienti”.