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PONTASSIEVE (FI) – Terremoto nel Pd di Pontassieve, dopo l’annuncio delle dimissioni da parte del segretario cittadino Tommaso Valleri, esponente dell’area moderata del partito. All’origine della scelta del segretario ragioni squisitamente politiche: le pressioni che denuncia di aver subito pressioni da parte della segretaria metropolitana, Monica Marini, e del segretario regionale, Emiliano Fossi, a congelare il tavolo della coalizione già avviato da alcuni mesi, vietare le potenziali elezioni primarie interne tra i potenziali candidati emersi – il vicesindaco uscente Carlo Boni, l’ex assessore regionale Gianni Salvadori e l’ex assessore provinciale Tiziano Lepri – con l’imposizione di “andare in assemblea indicando alle iscritte e agli iscritti il solo nome di Carlo Boni”. Di qui le dimissioni di Valleri, che denuncia “un atteggiamento politicamente arrogante” teso a “soffocare qualunque dissenso interno” e “ogni discussione tesa a individuare un possibile percorso di sintesi”.
“Sono subentrati dei personalismi che tendono offuscare la normale articolazione delle opinioni” interne al partito, racconta Valleri a Novaradio, che si dice “preoccupato per quanto accadrà il 9 giugno. Noi avevamo messo su un tavolo di coalizione largo che andava dal M5s a Italia Viva, tavolo che è stato chiesto di congelare. Temo che quello che verrà, rischi di essere un mero accordo di potere fine a sé stesso”. E adesso? “Le mie dimissioni sono irrevocabili, tanto più che è già stato nominato un segretario pro tempore ed è già stata svolta l’assemblea che ha indicato Boni come candidato” aggiunge: “Il Pd di Pontassieve è un partito in cui si è deciso di soffocare il dissenso interno e mettere in un angolo la parte più moderata del partito, con un risultato bislacco, dato che l’attuale Pd sta insistentemente cercando un accordo con l’area moderata esterna al partito, si parla di una lista civica che possa intercettare i voti di Italia Viva, Azione e + Europa. Un paradosso incomprensibile”.