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In Toscana un toscano su tre fa volontariato, ma è bassa la fiducia nelle istituzioni pubbliche – ASCOLTA

today01/04/2025

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    Antonio Preiti, Sociometrica, su ricerca Cittadini e vita sociale 01042025

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    Luigi Paccosi, presidente Cesvot su su ricerca Cittadini e vita sociale 01042025

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TOSCANA – Nella nostra regione oltre un terzo dei cittadini – pari a oltre 556 mila persone –  si dedica ad attività di volontariato e una fetta ancor più ampia sarebbe disponibile ad impegnarsi; inoltre il Terzo settore riscuote una diffusa e crescente ammirazione per ciò che svolge, soprattutto a vantaggio dei più deboli, da parte di quasi l’85% della popolazione. D’altra parte però si registra anche un diffuso sentimento di sfiducia nei confronti delle istituzioni pubbliche che in qualche modo frena la disponibilità all’impegno.

E’ il quadro che emerge dalla indagine di Sociometrica commissionata da Cesvot su “Cittadini e vita sociale in Toscana”: il dato più evidente è che l’84,4% dei Toscani considera i volontari persone da ammirare (+9,6% rispetto a 2020). Già oggi oltre 1 toscano su tre svolge volontariato attivo, di cui il 28% in forma regolare. L’apprezzamento è indirizzato soprattutto verso chi si occupa si sostegno alle persone vulnerabili (49,3%), nella prevenzione della salute pubblica (41,1%), nel contrasto alla povertà e all’emarginazione (39,9%), nell’integrazione e nell’inclusione sociale (26,7%) nella sostenibilità ambientale (20,8%), nella valorizzazione delle cultura (20,8%). Viceversa è molto bassa fiducia dei cittadini confronti delle istituzioni: solo il 36% esprime un giudizio positivo sulle istituzioni pubbliche (il 33% verso le imprese private), e per il 48,1% percepisce un crescente distacco e calo della partecipazione alla vita politica. “In questo contrasto c’è il succo della ricerca- spiega il curatore Antonio Prieti – con il volontariato chiamato a fare da trait d’union”.

La potenzialità c’è, ed è grande: quasi tre quarti di chi non fa volontariato (corrispondenti a oltre due milioni di toscani) si dichiarano disponibili ad impegnarsi, a determinate condizioni: a patto che la partecipazione sia flessibile (28,3%), presso un’organizzazione di cui ha fiducia (26,4%) e che esprime chiarezza nell’organizzazione e nella definizione dei ruoli (12,3%). “una sfida per le organizzazioni di volontariato – spiega Luigi Paccosi, presidente Cesvot – chiamati a innovare le forme e le modalità di partecipazione per attirare nuovi volontari, che in prospettiva saranno meno a causa del calo demografico”.

Scritto da: Redazione Novaradio