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Beko Siena, l’attacco della Fiom: “Una delocalizzazione senza precedenti per gravità, e il governo la sta agevolando” – ASCOLTA

today21/02/2025

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    Daniela Miniero, segr. Fiom Siena, 21 febbraio 2025

SIENA – Non si placano le polemiche tra istituzioni locali e sindacati da un lato e governo e maggioranza dall’altro sulla gestione della vertenza Beko – lo stabilimento senese di cui la multinazionale turca Arçelik ha annunciato la chiusura con licenziamento dei 299 lavoratori.

A far infuriare sindacati i lavoratori sono state le dichiarazioni del Ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, al termine della missione in Turchia, che ha annunciato il salvataggio di un altro stabilimento Beko in Italia, quello di Comunanza in provincia di Ascoli, ma non quello di Siena. Immediatamente i lavoratori sono tornati in piazza a protestare; oggi pomeriggio a Siena il tavolo di coordinamento istituzionale sulla Beko Europe convocato dalla presidente della Provincia di Siena Agnese Carletti, mentre giovedì 27 febbraio prossimo sarà davanti ai cancelli della fabbrica il segretario Cgil Maurizio Landini.

Un accordo passato sopra la testa di Siena secondo la segretaria della Fiom di Siena, Daniela Miniero, che adombra l’interesse del governo a salvare un sito produttivo che si trova nelle Marche, Regione guidata dal centrodestra, ai danni di quello toscano. “Sta nei fatti, Siena è l’unico stabilimento a uscirne con le ossa rotte, e la gestione da parte del governo è stata quantomeno inadeguata”.

Alle dichiarazioni della maggioranza di centrodestra, che con la senatrice FdI Simona Petrucci invita la sinistra a fare “mea culpa” sul “contratto di affitto del tutto fuori mercato” che avrebbe indotto la Beko a lasciare, Miniero replica: “Una falsità, nei tavoli di confronto è stata la stessa Beko a dire che l’affitto rappresenta appena il 10% dei costi, e che non è stata la ragione della decisione di chiudere”.

Riguardo infine alla proposta fatta dal governo alla regione Toscana di rilevare la proprietà dello stabilimento, Miniero commenta: “Il punto non è lo stabilimento, ma un investitore, un piano industriale e il mantenimento dell’occupazione. E la responsabilità di trovarlo è della Beko: non c’è un precedente in cui una multinazionale viene,  crea un buco occupazionale e va via senza pagare nulla. E il governo non solo non è stato capace di impegnare Beko, ma sta agevolando la sua fuoriuscita. Tanto il contentino l’ha già avuto: salvare lo stabilimento che gli interessava, quello di Comunanza”.

Scritto da: Redazione Novaradio