FIRENZE – “È una buona notizia che l’iter giudiziario si sia sbloccato dopo un anno. Oltre alla necessità di fare giustizia per le povere vittime, forse questo significa la possibilità di un ritorno alla normalità, alla vivibilità e a maggiore sicurezza, in tempi non biblici, per i poveri reclusi di via G. Da Empoli e per tutta la zona”. Così Nicla Gelli del Comitato ex panificio militare, che riunisce i residenti della zona di via Mariti, salutano la svolta nelle indagini. L’area però non è stata dissequestrata da parte della magistratura, di qui l’appello rinnovato alla istituzioni affinché si trovi una soluzioni per il ritorno alla “normalità”.
“C’è un problema di accessibilità dei mezzi di soccorso in via Da Empoli, di sicurezza e di spaccio nell’area del cantiere, di sporcizia e degrado” racconta Gelli, ricordando come il Comitato è tornato a segnalare le problematiche al Comune anche in un recente il contro, il 30 gennaio scorso, senza però aver avuto alcuna risposta: “la maggioranza dei residenti della zona vorrebbe che su quell’area non venga più costruito il centro commerciale, ma un giardino, anche come segno di attenzione verso la morte dei 5 operai”
Intanto per il 16 febbraio prossimo, primo anniversario dalla strage, i residenti hanno organizzato una commemorazione pubblica in collaborazione con la locale parrocchia e la comunità musulmana: dalle 11 è previsto il ritrovo con deposizione di una corona di fiori all’angolo tra via G. dei Marignolli e via G. da Empoli, insieme all’imam Izzedin Elzir che ricorderà le vittime; a seguire, processione verso la chiesa di via Da Empoli e concelebrazione presieduta da Mons. Giancarlo Corti, Vicario della Diocesi.