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TOSCANA – In forse l’approvazione della legge regionale sul suicidio medicalmente assistito, destinata a dare norme omogenee e tempi certi per i malati che ne fanno legittimamente richiesta in base alle precise condizioni fissate dalla famosa sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale a seguito del caso di “dj Fabo”. La proposta di legge, introdotta nel Consiglio regionale della Toscana accogliendo la pdl di iniziativa popolare per cui l’Associazione Luca Coscioni ha raccolto 10 mila firme, nasce dal fatto che le procedure sanitarie sono diverse da Asl ad Asl e che spesso i malati aspettano mesi (in alcuni casi anni) per avere una risposta, e farebbe della Toscana la prima Regione in Italia a legiferare sul tema. La discussione è andata avanti negli ultimi mesi e infine un testo è stato approvato poche settimane fa in commissione sanità.
L’approvazione, in teoria prevista entro fine mese, è stata messa in discussione prima dalla presa di posizione della CEI Toscana, che con il cardinale Lojudice ha espresso la propria totale contrarietà (“si si deve garantire il diritto a morire a ma a essere curati”) e nelle ultime ore da una serie di distinguo tra e dentro le i partiti che siedono in consiglio regionale: Fratelli d’Italia ha detto che non voterà la legge (“una normativa regionale non è lo strumento adatto”) ma molti dubbi “di coscienza” ci sono anche dentro il gruppo del Partito Democratico, tanto che da più parti si ipotizza un possibile rinvio della legge.
Una decisione che, a pochi mesi dalla fine della legislatura equivarrebe ad una bocciatura e che rappresenterebbe uno schiaffo alle aspettative dei malati toscani che, pur avendo già visto riconosciuto il diritto al suicidio medicalmente assistito, da mesi attendono risposta perché manca un protocollo sanitario univoco e tempi certi per le risposte da parte delle ASL (e diverse sono le cause legali in corso).
Alle obiezioni sorte è la stessa associazione Coscioni a replicare: “La legge non introduce un diritto che è già riconosciuto dalla costituzione dalle leggi e dalle sentenze della consulta e la Regione ha piena competenza in materia di organizzazione sanitaria” spiega a Novaradio Filomena Gallo, del team legale dell’associazione Coscion. Che aggiunge, rivolgendosi ai consiglieri regionali: “I ricorsi continueranno e i giudici daranno ragione ai malati, non si ritardi ulteriormente l’approvazione della legge allungando le loro sofferenze”.