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FIRENZE – Oltre 70 morti nei 30 bombardamenti delle ultime ore, che si aggiungono agli oltre 45 mila vittime dall’inizio del conflitto; migliaia di persone in condizione di fame e povertà quasi assoluta, costrette a fronteggiare anche il freddo sopraggiunto nelle ultime settimane in una condizione sanitaria gravissima, causata anche dalla distruzione delle principali infrastrutture civili – ed in particolare ospedaliere, sanitarie e assistenziali – in cui a soffrite sono soprattutto i più piccoli, come testimonia il dato di 7 minori morti di freddo solo nell’ultima settimana.
E’ il quadro che offre la situazione nella Striscia di Gaza ad inizio 2025: una condizione di emergenza umanitaria gravissima di cui si parlerà – con dati aggiornati e testimonianze diretta “dal campo” – nell’incontro “Diwan – Una goccia per Gaza“, in programma domenica 12 gennaio presso Instabile (via della Funga – Varlungo, dalle 15,30).
L’incontro, organizzato con la collaborazione di Cgil, Arci e Anpi di Firenze, vedrà ospiti i i rappresentanti internazionali di PCRF – Palestine Children’s Relief Fund, che per la prima volta in Italia parleranno dei programmi dell’organizzazione, impegnata a fornire cure mediche gratuite alle bambine e ai bambini gravemente malati o feriti nel corso dei conflitti.
Tra gli ospiti, Vincenzo “Stefano” Luisi (Presidente di PCRF Italia), Vivian Khalaf (Chairwoman del Consiglio Direttivo di PCRF), Lubna Musa (CEO di PCRF), Suhail Fllaifl (Direttore Missioni Mediche di PCRF), e Ali Rashid (Ex primo segretario dell’Ambasciata palestinese a Roma). A seguire, concerto di musica palestinese con Sarraj Alsersawi, suonatore di oud e docente al Conservatorio Nazionale di Musica “Edward Said” di Gaza.
“A Gaza è in corso un genocidio – spiega a Novaradio Rashid -, il dichiarato intento di Israele è il completo spopolamento della Striscia della popolazione palestinese, solo in minima parte è coinvolta elle operazioni militari, e colpevole solo di essere Palestinese e di opporsi all’occupazione, in un quadro di assenza di iniziativa diplomatica per la pace da parte della comunità internazionale e dell’Europa che assegna a Israele il ruolo di egemonia in Medio Oriente”.
Un conflitto che nei fatti sempre più esteso e con conseguenze indirette sempre più ampie, come testimonia la crisi tra Italia e Iran sulla vicenda dell’arresto della giornalista Cecilia Sala. “L’Iran è un paese sotto assedio da quasi 40 anni che fronteggia il disegno di destabilizzazione del Medioriente di usa e Israele. Quando un paese si sente così assediato, cerca di difendersi nel modo possibile, e spesso sbaglia”, ma l’impostazione che sta prendendo la vicenda – quella di uno uno scambio di prigionieri -“rischia di aumentare la tensione” aggiunge Rashid, secondo cui l’Italia paga anche l’appiattimento sulle posizioni filo-israeliane: “Oggi non vedo un ruolo autonomo dell’Italia, di mediazione attiva come era una volta, vista positivamente dai popoli e dai governi del Medioriente. Oggi è completamente schierata a favore della posizione americana e israeliana”.