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TOSCANA – Piccolo spiraglio sulla vicenda del risarcimento per gli eredi di alcune vittime dell’eccidio di Pratale, dove il 23 luglio 1944 i nazisti trucidarono 12 persone. Nei giorni scorsi il Comune di Barberino Tavarnelle ha reso noto di aver ricevuto una lettera del Ministero dell’Economia in cui si comunica l’impegno ad adoperarsi per effettuare i pagamenti delle domande pervenute nel rispetto dell’ordine cronologico di acquisizione delle istanze. Il riferimento in particolare è alla richiesta di risarcimento di Mirella Lotti, oggi quasi novantenne, per la perdita del padre Giuliano e del nonno Carlo, in base a quanto previsto dal decreto 36/2022, che istituisce un fondo speciale per le vittime di crimini di guerra e violazione di diritti umani.
La notizia arriva a poche settimane dalla decisione del MEF di procedere al pagamento del risarcimento per uno dei ricorrenti della strage di Civitella Valdichiana (244 morti nel luglio 1944), e fa sperare le centinaia di ricorrenti – figli e parenti delle vittime – che ancora aspettano una risposta.
Una buona notizia ma ancora non sufficiente per poter parlare di vittoria, spiega a Novaradio l’avvocata Vittoria Hayun, che patrocina la causa di risarcimento: nel caso di sentenze già passate in giudicato come quella di Civitella, legate ai processi scaturiti nei primi anni ’90 dopo la scoperta del cosiddetto “Armadio della vergogna”. Per quelle come Pratale, invece, nonostante alcune sentenze favorevoli in primo grado, c’è stato il ricorso in appello dell’Avvocatura dello Stato che allunga i tempi. Su cui lo Stato già ora mostra un forte ritardo, sottolinea Hayun: “Le prime istanze sono state depositate nel settembre 2023, e le prime risposte sono arrivate a fine 2024”.
Il fattore tempo, ricorda, è cruciale per i ricorrenti, quasi tutti di età molto avanzata. Un atteggiamento volutamente dilatorio da parte del governo? “Vogliamo sperare di no” dice l’avvocata, che sottolinea come in caso di decesso dei ricorrenti, il risarcimento potrebbe essere preteso dagli eredi ma il processo “non in automatico”, con i processo che “ripartirebbe da zero o quasi” .