FIRENZE – Il detenuto di origine somala di 28 anni trovato morto nel reparto penale del carcere di Sollicciano “era uno di quei 100 che avevano fatto ricorso ai magistrati per le condizioni di detenzioni inumane. Poche ore è stato portato via il cadavere per l’autopsia, alla presenza anche di due persone del nostro gruppo” afferma Emilio Santoro presidente del comitato scientifico dell’associazione Altrodiritto
Il ragazzo “era arrivato a Roma tre mesi fa, una persona tranquillissima che non aveva mai avuto nessun problema”, spiega Giuseppe Fanfani, garante regionale dei detenuti, che due settimane fa aveva visitato l’istituto penitenziario fiorentino. “Ho visto un po’ di celle e confermo che non è umano vivere in quel modo, non ci sono condizioni corrette di detenzione, è una realtà incivile”.
A scoprire il corpo senza vita e a dare l’allarme ieri notte, sarebbe stato il compagno di cella, attorno alle 4.45. Ancora da accertare le cause, se morte naturale o altro. Il giovane sarebbe dovuto uscire dal carcere a novembre 2025. Il giovane, ribadisce il garante dei detenuti di Firenze, Eros Cruccolini, “non era assolutamente attenzionato poiché non aveva mai dato segnale di alcuna problematicità”. Tuttavia, “la situazione nelle carceri è drammatica e lo sarà sempre di più perché con non si fa niente per il sovraffollamento. Sollicciano ha poi l’aggravante della struttura, il ministro Nordio dovrebbe venire a vederla. La prima cosa da fare, però, è quella di ascoltare i detenuti”. Di “carcere allo sbando più totale” parla Eleuterio Grieco, segretario generale regionale Uil Pa polizia penale. “Manca la direttrice, che è in malattia da un mese, non c’è acqua, il riscaldamento va a singhiozzo. Insomma, sembra che il mondo degli ultimi non interessi più a nessuno”.
“Quando muore una persona è sempre una ferita per tutti noi. A Sollicciano ci sono stati troppi morti. Io non mi stancherò mai di dirlo: Sollicciano è un carcere che va completamente riformato, non ha le condizioni minime di dignità per chi ci sta e per quelli che ci lavorano. Se noi vogliamo che le carceri abbiano una funzione riabilitativa e inclusiva non è un luogo come quello che si può avere”, ha dichiarato oggi la sindaca di Firenze Sara Funaro