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FIRENZE – Non si placano le polemiche per le novità introdotte dal nuovo Codice cella Strada targato Salvini, in vigore da venerdì scorso: se nelle ultime ora a conquistare i titoli dei giornali è stato il botta e risposta tra il Ministro e Vasco Rossi sulle norme che inaspriscono le pene per chi fa uso di sostanze stupefacenti – anche se non per forza alla guida – per le associazioni che si occupano di sicurezza stradale e quelle ambientaliste rimangono tutte le criticità già segnalate mesi fa: l’aumento solo formale delle sanzioni, la crociata contro gli autovelox, la penalizzazione di una serie di misure che puntano a ridurre la velocità. E anche per la stratta sui monopattini, che introduce l’obbligo di caso, targa e assicurazione, le norme rischiano di creare più problemi di quelli che intendono risolvere.
“Non c’è nessun effetto pratico per la sicurezza sulle nostre strade. è in Codice che tende a togliere agli utenti più vulnerabili e aggiungere a chi diritti ne ha già tanti come automobili, moto e mezzi pesanti” commenta Stefano Guarnieri, dell’Associazione Guarnieri, intitolata al figlio Lorenzo, ucciso a 17 anni da un pirata della strada.
“la riforma si è concentrata su aspetti che riguardano una minoranza delle cause di mortalità e si va a peggiorare la possibilità di controlli: l’efficacia dei provvedimenti p nulla, è un grande annuncio” attacca Lorenzo Cecchi, Legambiente Firenze. Che sulle nuove norme sull’uso di droghe dice: “Dal punto di vista normativo si deve distinguere la illegalità della sostanza e la sua pericolosità alla guida”. Sui monopattini, aggiunge infine, è stata fata una “riforma ideologica”.