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CALENZANO – Dopo il sopralluogo di ieri dei periti incaricati dalla Procura di Prato che indaga sull’esplosione del deposito Eni di Calenzano, oggi è atteso l’arrivo nell’area della strage – 5 morti e 2 feriti ancora ricoverati in condizioni gravi – della Commissione parlamentare sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Il sindaco di Calenzano, Giuseppe Carovani, che ieri era sul posto per un ricordo delle vittime ad una settimana dal disastro, a Novaradio confessa di non essere stato né informato né contattato: “Sono in Comune, se vorranno passare a incontrarmi sarò felice di riceverli”.
Nelle ultime ore il primo cittadino è tornato ad insistere sulla necessità di aprire una riflessione sullo spostamento dell’impianto ENI. Tema complesso e spinoso, su cui l’azienda interessata però non ha rilasciato alcuna dichiarazione: “Non ho avuto contatti con Eni, il governatore Giani si è impegnato a convocare un tavolo con Eni e il governo, noi pensiamo sia indispensabile. Fino a che l’incidente era una ipotesi remota sullo sfondo si poteva anche accettare, ora che è divenuto un fatto, tutto cambia. Come si può pensare di convivere con questa situazione? E’ impensabile spostare 220 imprese, e penso che sia l’occasione per ripensare quest’assetto: chi ha sopportato per 70 anni la presenza di questa polveriera ora potrà tirare un sospiro di sollievo e trovare altre soluzioni”.
E cosa fare per gli altri impianti classificati come “a rischio di incidente rilevante”? Chiudere e spostare anche quelli? “Dovremo avviare una revisione dei piani di sicurezza interni ed esterni, quello dell’impianto ENI prevedeva, che prevedeva danni solo entro 200 metri, era chiaramente sottostimato”.
Lunedì prossimo invece si terrà la seduta del Consiglio Comunale in cui verrà discussa e votata la proposta di costituzione di parte civile del Comune nel futuro processo, fortemente sostenuta dal sindaco Carovani, convinto che sia stata lesa l’intera città: “Oltre ai morti, il danno sulla città è stato molto grave”.