FIRENZE – Al deposito Eni di Calenzano era in corso una manutenzione straordinaria, resasi necessaria su apparati che ne avrebbero necessitato da anni. Secondo quanto si apprende le presunte inadempienze nella fase della manutenzione straordinaria alle pensiline numero 5 e numero 6 è uno dei fronti di lavoro della procura di Prato e potrebbero essere state la causa dell’esplosione. Agli inquirenti risulterebbe che, sul luogo dove veniva eseguita la manutenzione straordinaria, ci fosse un guasto che causava un malfunzionamento da alcuni anni. La procura di Prato conferma di aver aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo, crollo doloso di costruzioni o altri disastri e rimozione dolosa delle cautele contro gli infortuni sul lavoro.
Una testimonianza raccolta nelle primissime fasi dell’inchiesta sull’esplosione rivela che un operatore avrebbe segnalato alle ore 10, 21 minuti e 30 secondi un’anomalia nell’area pensiline di carico, “tant’è che si è allontanato e si è messo in salvo la vita” dall’imminente stato di pericolo. Lo ha confermato il procuratore Luca Tescaroli.
Dai primi rilievi tecnici non è stato trovato esplosivo, quindi, viene escluso che l’esplosione sia da attribuire a un possibile sabotaggio. L’intero deposito è stato posto sotto sequestro dalla procura di Prato per svolgere le indagini tecniche necessarie per stabilire le cause dello scoppio alle pensiline di carico. Eni, si apprende da fonte inquirente, ha chiesto di intervenire per smaltire correttamente acque potenzialmente inquinanti, ma tutta l’attività di approvvigionamento, stoccaggio e distribuzione carburanti “deve restare ferma” fino a che sarà necessario.
Perquisizioni ci sono state nelle 48 ore dall’esplosione di Calenzano (Firenze) in più sedi italiane di Eni, non solo negli uffici del deposito dove c’è stato lo scoppio del 9 dicembre. Le perquisizioni sono state mirate ad acquisire documenti sulla gestione del sito, e anche sull’incarico alla ditta esterna che si occupava della manutenzione straordinaria e sullo stato degli apparati dove c’è stata l’esplosione.