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TOSCANA – Sì ad un supplemento di riflessione sul percorso da dare alla futura multiutility dei servizi pubblici Toscana. È quanto deciso nei giorni scorsi all’interno dell’assemblea dei comuni soci di ATO3 Medio-Valdarno e così accoglie la richiesta dei cosiddetti 11 “sindaci ribelli”- in testa quelli di Sesto, Campi, Calenzano e Cantagallo – che da tempo chiedono lo “scorporo” del servizio idrico integrato dal processo di finanziarizzazione e la ripubblicizzazione dell’acqua Toscana.
Si rinvia dunque lo scioglimento dei nodi finora emersi – quotazione in borsa. modello da attuare – e il dibattito si riaccende: nei giorni scorsi il presidente di Alia Nicola Perini ha lanciato l’idea di applicare alla holding il modello dell’azienda benefit, mentre il presidente onorario di Unicoop Firenze Turiddu Campanini ha proposto di applicare il “sistema duale”: un consiglio sorveglianza che prende delle decisioni e un management che le esegue per dare un ruolo di maggiore decisionalità ai Comuni rispetto al management.
Soddisfazione è quella che esprime il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi per la riapertura della discussione: “Speriamo che questi mesi possano servire ad approfondire i temi”. Riguardo alla proposta di Perini invece commenta: “Azienda benefit o meno, il punto è che i servizi di pubblica utilità come l’acqua devono essere interamente in mano ai soci pubblici” mentre sulla proposta di Campanini dice: “Il Consiglio di Indirizzo è un modello che va bene per Unicoop che ha un milione di soci; per la multiutility che riunisce circa 50 comuni basterebbe far funzionare bene l’assemblea dei soci”.