SIRIA – Torna in primo piano la drammatica situazione in Siria: dopo la conquista di Aleppo da parte delle milizie del gruppo Hayat Tahrir al Sham e la fuga dell’esercito regolare, si sono diffuse notizie di un golpe e la fuga del dittatore Assad. Nelle ultime ore è arrivata la reazione della aviazione russa a sostegno del governo di Damasco con pesanti bombardamenti in aree civili, mentre si segnalano raid Usa contro le colonne di milizia filo-iraniane che appoggia Assad.
“Un conflitto che in realtà non è mai cessato – fa notare Umberto de Giovannangeli, giornalista e esperto di Medioriente, parlando stamani a Novaradio -ma che ora rappresenta un ulteriore allargamento del conflitto in Medioriente, sempre più una guerra regionale dagli effetti globali”. “Il gruppo che ha attaccato Aleppo – spiega -è sostenuto della Turchia di Erdogan, che ha approfittato della attuale debolezza di Hezbollah e Iran, impegnati sul fronte libanese, per guadagnare terreno in vista del ritorno di Trump alla Casa Bianca come fece anche 10 anni fa”. Una brutta notizia anche per il Rojava curdo-siriano ma anche per l’Europa: “La probabile escalation cui assisteremo nelle prossime settimane – conclude de Giovannangeli – oltre a rappresentare una minaccia per il Confederalismo democratico, provocherà una nuova ondata di profughi verso l’Europa”.