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FIRENZE – Migliaia di manifestanti in piazza e traffico nel caos stamani a Firenze da stamani per lo sciopero generale indetto da Cgil, Uil e sindacati di base. Il corteo dei due sindacati confederali ha preso il via intorno alle 10 da piazza Santa Maria Novella, con un colorato serpentone che ha iniziato a sfilare per le vie del centro storico e i lungarni con bandiere, striscioni e cartelli. La chiusura del corteo è in piazza Poggi dove il comizio conclusivo ha visto gli interventi gli interventi dei delegati, del segretario generale della Cgil Toscana Rossano Rossi e della segretaria confederale nazionale Uil Ivana Veronese.
“Una piazza coloratissima, tantissime persone dai giovani ai pensionati, tutti arrabbiati – ha dichiarato Veronese – perché questa Finanziaria non dà risposte a chi haredditi normali, e che non riescono più a vivere. Vogliamo rimettere al centro il diritto al lavoro ben pagato, ampliare la 14/a delle pensioni, la detassazione degli aumenti contrattuali. Certo non ci sono molti soldi nel bilancio, ma vadano a prenderli da chi evade, da chi fa extra profitti”. E sullo scontro con i governo tradottosi con la precettazione nel Tpl attacca: “Si precetta solo lo sciopero di Cgil e Uil, noi scioperiamo per dare più servizi e contro i tagli ai trasporti, e chi li paga sono i cittadini”.
“Questo governo non vuole sentire chi dissente da lui, e per questo motivo cerca di impedirci di manifestare, ma la risposta di stamani mi sembra abbastanza chiara”, ha affermato Rossi, secondo cui “il paese è in una crisi paurosa, piagato dalla povertà e dalla precarietà in aumento. Avremmo avuto bisogno di una legge di bilancio con interventi per sopperire ai problemi di salario, con una riforma fiscale più giusta, e invece è Robin Hood alla rovescia: si fa pagare le fasce deboli della popolazione, è una Finanziaria classista”. Per Paolo Fantappiè, segretario generale della Uil Toscana, “stiamo ascoltando il paese reale che grida che non ce la fa più ad arrivare a fine mese: pensionati, lavoratori dipendenti privati e pubblici, non riescono ad arrivare alla fine del mese. Servono risorse per i salari, per le pensioni, e servono risorse per uno stato sociale efficiente, per una sanità aperta a tutti, una sanità pubblica per tutti i cittadini”.
In piazza anche una rappresentanza dei lavoratori della GSK di Siena, l’ultima grande vertenza industriale che si è aperta sul territorio, dopo che l’azienda ha annunciato da un giorno all’altro un maxi piano di riduzione di personale da 270 unità di lavoro tra gli stabilimenti di Siena e Rosia per “migliorare la competitività”. Una notizia che non arriva inattesa secondo i rappresentanti della Filctem Cgil nella Rsu: “Già sei mesi fa a Londra uno dei dirigenti GSK ha detto che i vaccini non sono più un buon business” spiega Federico Romagnoli, rappresentante Filctem Cgil nella rsu GSK: “L’atmosfera è tesa, siamo molto preoccupati. L’azienda la presenta come un’operazione pacifica ma non sappiamo i dettagli, anche perché GSK ce l’ha comunicato a cose praticamente fatte. Che succede se non si trovano 270 pronte all’esodo volontario? Su questo non ci sono risposte? Lunedì l’azienda presenterà il piano, ma intanto i sindacati hanno chiesto l’apertura di un tavolo regionale.
L’altro corte fiorentino è quello dei sindacati di base – Cobas, CUB, Adl – che si sono mossi da piazza Puccini per arrivare in piazza Dalmazia. Un corteo separato, perché alternativo è il manifesto. “Al centro della nostra protesta c’è il no alla guerra e all’economia di guerra che genera, e per la fine dei conflitti a Gaza come altrove” spiega Paola Sabatini, segretaria CUB Sanità. “In Palestina si continua a morire sotto le bombe, e la tregua in Libano rischia di peggeriorare le cose nella Striscia” spiega Monica Raineri dei Sanitari per Gaza. Presenti nel corteo dei sindacati di base anche i temi della crisi e delle difficoltà delle famiglie, ma con una forte critica ai sindacati confederali: “Fanno oggi lo sciopero generale contro il governo Meloni, ma molte delle questioni di oggi sono frutto delle politiche dei governo precedenti che i sindacati confederali hanno avallato”.