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CALENZANO (FIRENZE) – Nel percorso verso la multiutility dei servizi toscana è necessario chiarire meglio il “no” alla quotazione in Borsa, ma soprattutto deve essere ripensata la scelta di includere anche il servizio idrico integrato, che invece deve essere invece ripubblicizzato completamente, come stabilito nel referendum del 2011. Per questo, la prima cosa da fare è sospendere il rinnovo della concessione al socio privato di Publiacqua da parte dell’Autorità Idrica Toscana – l’organismo di gestione composto dai primi cittadini – e avviare un “periodo di riflessione” che conduca a riesaminare la questione e ad un nuovo voto da parte dei Comuni, molti dei quali negli ultimi mesi hanno cambiato orientamento politico.
Ne è convinto il sindaco di Calenzano, Giuseppe Carovani (Sinistra Italiana), che domani riunisce ” a congresso” altri 10 sindaci espressione della sinistra, di liste civiche ma anche del Pd della Toscana centrale – Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Carmignano, Agliana, Borgo San Lorenzo, Cantagallo, Castelfranco Pian di Scò, Rufina, Vaiano e Vicchio. Una “fronda di ribelli, che condividono tutti la contrarietà rispetto alla linea tracciata nell’ultima riunione dei soci pubblici di Alia, guidati dai Comuni di Firenze, Prato, Pistoia e Empoli: avanti tutta con l’integrazione finanziaria dei servizi di acqua, energia e rifiuti, allargamento ai territori della Toscana costiera e del sud, individuazione di alternative alla quotazione in Borsa per il finanziamento.
“L’acqua deve tornare pubblica al 100%, l’esperienza dell’acqua privata è stata fallimentare a partire dalla promessa di riduzione delle tariffe” dice Carovani, secondo cui il timore per un calo di investimenti è infondato: “Finora i privati hanno contribuito solo in minima parte”.