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SIENA – Alcune centinaia di persone hanno preso parte stamani alla manifestazione-corteo stamani per le vie di Siena contro la chiusura dello stabilimento Beko e il licenziamento dei 299 dipendenti: il serpentone, parte dallo striscione “rsu Beko in lotta”, si è mosso da piazza della Lizza alla volta di piazza Salimbeni dove si svolgerà il comizio finale.
“Una piazza consapevole, solidale e arrabbiata, perché da tempo abbiamo denunciato il pericolo che poi si è concretizzato il 20 novembre al tavolo del Ministero del Made in Italy: vista la debolezza del governo e dell’inesistenza di politiche industriale della chiusura, di italiano rischia di rimanere solo la voragine occupazionale” attacca Daniela Miniero, segretaria della Camera del Lavoro di Siena. Che sull’ipotesi di ricorso al “golden power” mostra di non credere affatto: “E’ uno strumento che viene applicato per scongiurare le delocalizzazioni ma solo a settori strategici, non certo quello dell’elettrodomestico. L’abbiamo sempre detto che era una trovata elettorale perché sarebbe stata di difficile applicabilità. E che ne nostro caso si tradurrebbe in una semplice raccomandazione del governo che è caduta nel vuoto”.
“Più che il timore c’è la certezza” che la Beko sia un nuovo caso Bekaert o Electrolux, ammette Miniero: “Le norme non sono abbastanza stringenti né funzionali. Nell’immediato si gioca in difensiva, ora i gioca sono fatti, bisogna solo fare pressione sul governo per dare un ammortizzatore sociale di lungo respiro per avere il tempo per reindustrializzare il sito”.