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FIRENZE – Nell’assemblea dei soci di Alia del 23 ottobre scorso la maggioranza dei sindaci soci, guidati dall’asse composto da quelli di Firenze, Prato e Empoli (Pd) più Pistoia (FdI) hanno tracciato la linea da seguire sulla multiutility dei servizi pubblici: no alla quotazione in borsa della futura holding, mantenimento al suo interno, assieme a energia e rifiuti, anche del servizio idrico, e impegno all’allargamento ai territori della Toscana della costa e del sud.
Una fronda minoritaria composta da 11 sindaci dei territori della Piana, del pratese e del Mugello – tra cui Sesto Fiorentino, Calenzano, Carmignano, Cantagallo, Borgo San Lorenzo e Vicchio – hanno invece votato un documento di minoranza in cui si chiede di specificare meglio l’addio alla quotazione in Borsa ma anche un cambio di rotta sull’acqua, che deve essere esclusa dalla Multiutility e ripubblicizzata come previsto dal referendum del 2011.
“C’è ancora tempo” ha ribadito anche oggi il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi. Ma con quali soldi ricomprare le quote a suo tempo acquisite dai privati, e come risolvere il problema della diversa scadenza delle concessioni delle varie aziende dell’acqua? “Se c’è la volontà politica di andare in quella direzione le soluzioni ci sono” taglia corto Falchi.