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FIRENZE – “Siamo ancora qui perché dopo quasi un anno dall’evento drammatico non abbiamo avuto nessuna informazione neanche di iscrizione di un nome nel registro degli indagati. Ho chiesto informazioni circa il deposito di una consulenza perché è stata nominata un equipe di esperti però finora non abbiamo informazioni sul deposito. Presuppongo sia stata depositata perché i termini sono scaduti ed è stata chiesta anche una proroga degli esperti comprensibilissima vista la complessità della vicenda, però tuttavia siamo in attesa di avere qualcosa, per dare qualche risposta a questi parenti della vittime che giustamente ci chiedono continuamente informazioni che noi non riusciamo a dare”. Lo ha detto Paola Santantonio, legale della famiglia di Luigi Coclide, una delle vittime del crollo del cantiere di via Mariti. “Al momento – aggiunge l’avvocato – il fascicolo è coperto dal segreto istruttorio e non possiamo avere informazioni”, sappiamo solo che “lo stato del procedimento è a ‘modello 44′ ovvero è ancora a carico di ignoti. E’ un po’ sconfortante”.
Gli avvocati difensori delle vittime erano presenti nella sede della Misericordia di Firenze alla cerimonia di consegna del ricavato di una raccolta fondi avviata su iniziativa del Comune di Firenze e della stessa Misericordia per i familiari delle vittime del crollo del cantiere di via Mariti: la cifra raccolta è stata di 36mila euro. Insieme a loro la sindaca Sara Funaro, il Provveditore della Misericordia di Firenze Bernardo Basetti Sani Vettori, l’arcivescovo Gherardo Gambelli e anche l’imam Izzedin Elzir oltre a alcuni familiari delle cinque vittime e oltre a rappresentanti dei sindacati e Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei Consulenti del Lavoro
Presente anche Alessandro Taddia, presidente di Taddia Group, associazione che si occupa di risarcimento danni da infortuni sul lavoro, con i legali del gruppo che rappresentano altre tre vittime: Taoufik Haidar, Mohamed El Ferhane e Bouzekri Rahimi. “La situazione delle indagini – spiega Taddia – fa sì che ancora il pubblico ministero non dia l’accesso agli atti perché sta ancora compiendo tutte le procedure che deve ovviamente compiere per cercare quale sia stato l’errore”.
“Il committente sicuramente è stato una parte in causa però bisogna capire quale sia stata l’impresa e chi e cosa hanno commesso, quindi un errore sicuramente c’è stato da parte di chi tentava di costruire questo immobile”. Parlando delle tempistiche, Taddia ha spiegato che “purtroppo saranno lunghe perché ci sono troppe persone coinvolte, quindi più imprese coinvolte fra appalti e subappalti, quindi sicuramente è una situazione un po’ più lunga del solito”.
“Non entro nel merito del procedimento penale”, a spiegato la sindaca Sara Funaro. “Continueremo a metterci in modo sul fronte della prevenzione” e per quanto riguarda il futuro dell’area del cantiere di via Mariti “avremmo voluto lì uno spazio verde per i cittadini, ma dobbiamo riparlarne con la proprietà”.