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AGLIANA (PT) – Da ieri i lavoratori della Iron&Logistics di Agliana si sono riuniti in assemblea permanente all’interno dello stabilimento in segno di protesta attiva contro il rischio di smantellamento della stireria: il sospetto è infatti, denuncia il sindacato Sudd Cobas che sostiene la protesta degli operai, è che “l’azienda stia cercando di ‘scappare’ a fronte delle centinaia di migliaia di euro di debiti nei confronti dei propri lavoratori e lavoratrici”. Nelle ultime settimane infatti i volumi si sono fortemente ridotti e spostati altrove, e il timore è che anche i macchinari potrebbero essere portati via da un momento all’altro ed essere, anche poco lontano, secondo il consolidato meccanismo del “chiudi e riapri” che serve ad evitare di pagare debiti e pendenze accumulate.
La Iron&Logistics non è infatti nuova a questo comportamento: già nel 2022 provò a chiudere lo stabilimento (allor ain via Ciulli a Prato) e licenziare i lavoratori che protestavano contro il mancato pagamento degli stipendi e la creazione della “bad company” Iron Group in cui la società voleva trasferire i contratti. Solo grazie ad una dura mobilitazione si riuscì ad aprire una Unità di Crisi della Regione Toscana e, dopo uno sciopero di du mesi, a giungere alla firma di un accordo in sede di Regione. Accordo stracciato dall’azienda, che però nel 2023 è stata condannata dal Tribunale del Lavoro per licenziamento illegittimo: i lavoratori sono stati reintegrati ma non un euro però ad ora è stato pagato per risarcire i lavoratori vittime di un licenziamento ingiusto ed antisindacale.
“Quella della Iron&Logistics non è un’eccezione – denunci Riccardo Tamborrino, Sudd Cobas, stamani a NOvaradio – ma è l’esempio tipico di un vero e proprio sistema diffuso che si basa sullo sfruttamento dei lavoratori, e la repressione della sindacalizzazione, e che viene portato avanti con il silenzio delle grandi ditte che sulle spalle dei lavoratori sfruttati costruiscono profitti milionari”.