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TOSCANA – Bene il no alla Borsa ma la società che gestisce l’acqua deve essere tutta pubblica. Sul percorso disegnato per la multiutility, un giudizio articolato ed in parte critico sull’esito della riunione dei soci di Alia della settimana scorsa, è quello che esprime la Cgil Toscana: “Siamo favorevoli, e riconosciamo il lavoro fato da Fossi e dai sindaci Pd, nel no alla quotazione in Borsa, va bene la multiutility come aggregazione di servizi per creare economie di scala. Ma riteniamo che tutto questo debba essere pubblico” dice a Novaradio Rossano Rossi, segretario regionale Cgil Toscana, commentando le dichiarazioni, del segretario dem toscana a Novaradio in cui rivendica la discontinuità del “no alla Borsa” ma conferma l’intenzione di andare avanti con l’aggregazione di energia, acqua e rifiuti in un unico soggetto pubblico-privato.
Ma come fare per ripubblicizzare l’acqua? “Vanno riacquisite le quote dei privati, ci vuole del tempo e vanno studiati i percorsi” spiga Rossi. La proposta della Cgil è quella utilizzare una parte degli (ingenti) utili che la gestione dell’acqua produce e che in questi anni sono stati usati per ripianare i dissetati bilanci dei Comuni. Ma anche, aggiunge Rossi, con l’emissione di hydrobond (obbligazioni emesse dalle società idriche, ndr), che dove sono stati utilizzati sono stati un successo perché le persone sanno che sono un investimento sicuro”.
“Non è facile e ci vorrà del tempo, ma bisogna andare in quella direzione, c’è anche un referendum che lo ha sancito nel 2011” ammette Rossi, insistendo però che è ora che è necessario un cambio di passo: “Se viceversa riassegno per altri 30 anni la quota ai privati diventa difficile. E, aggiunge, questo percorso va fatto con un nuovo management: “Se lascio a gestire l’operazione all’amministratore delegato che finoa ha perseguito l’interesse del privato, diventa ancor più difficile”. Il riferimento è chiaro: alla vicenda di Alberto Irace, dimessosi da amministratore di Estra ma riconfermato dai sindaci ai vertici della futura holding.