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TOSCANA – Solo 1,3 miliardi di euro per la sanità anziché i 4,7 sbandierati solo una settimana fa dalla premier Meloni, nessuna risorsa aggiuntiva per l’assunzione di personale ed anzi l’introduzione del blocco del turnover a 75%. Nessuna risorsa per il rinnovo dei contratti scaduti da anni, se si eccettua l’aumento dell’ “indennità specifica” (50 milioni per i medici, 100 ML per gli infermieri) che si tradurrà nei fatti in 14/17 euro in più in busta paga.
Il settore sanitario è tra quelli che escono peggio dal testo definitivo della manovra finanziaria 2024 varato dal governo. Il risultato è tanto inferiore alle aspettative che le categorie del settore, tra cui i principali soggetti sindacali come Anaao Assomed (medici ospedalieri) e Nursind (infermieri), hanno immediatamente trasformato la giornata di mobilitazione del 20 novembre prossimo in sciopero generale del settore, con manifestazione a Roma e forse anche in altre città (le modalità specifiche saranno decise nelle prossime ore).
“Un balletto di cifre spalmate su 3 anni, in più i soldi effettivi spendibili, tolti contributi e tasse, sono 900 milioni di euro per l’intero finanziamento della sanità” segnala Gerardo Anastasio, che sui fondi e i posti in più per i futuri medici dice: “I soldi in più per gli specializzandi non avranno effetto – spiega Gerardo Anastasio segretario toscano del sindacato Anao Assomed – perché i concorsi vengono già ora disertati: quello che serve fare è invece migliorare l’effettive condizioni di lavoro degli operatori della sanità”.
Di fronte a tutto questo invece la finanziaria prevede di poter aumentare d ell’1% la spesa per prestazioni dalla sanità private: “E’ la strategia della rana bolltita – commenta amaro Anastasio: “Piano piano si levano risorse da una parte e dall’altra, si rendono difficili le vite delle persone, si fa che alcune specializzazioni non siano valorizzate, e alla fine le persone se ne vanno via. Il governo nei prossimo anni ha prevosto l’aumento di 25 mila nuovi medici, un’enormità: avremo una marea montante, e si dovranno accontentare di cifre più basse. Un sistema sanitario povero per i poveri”.