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Un lavoro per la Uisp come riscatto dopo la prigione: ecco la storia di C.B. – ASCOLTA

today23/10/2024

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    Nicola Paulesu, assessore al Welfare, Casa, Accoglienza e integrazione

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    Marco Ceccantini, presidente Uisp Firenze

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FIRENZE – Diventare specialista in manutenzioni di impianti sportivi per rimettersi in carreggiata dopo il carcere. Grazie a un progetto della Uisp C.B., ex detenuto a Sollicciano di origine albanese, ha firmato un contratto di assunzione a 40 ore settimanali che gli sta garantendo un riscatto di vita.

C.B., detto “Nico”, ha cominciato come utente delle attività sportive al carcere di Sollicciano. Poi, dopo la fase di scarcerazione, seguito dagli operatori della struttura del ‘Centro Attavante’ è stato coinvolto come volontario in alcuni eventi curati da Uisp Firenze come i Mondiali Antirazzisti e manifestazioni votate all’inclusione. Durante uno di questi eventi Nico ha espresso il desiderio di lavorare presso un impianto Uisp che aveva frequentato, il centro sportivo La Trave, nel Quartiere 5, dove giocano tra l’altro le squadre maschili e femminili del Centro Storico Lebovski e dove peraltro è in corso la costruzione della tribuna per il pubblico.

“Una bellissima esperienza che rappresenta un esempio virtuoso e una buona prassi da replicare. – ha sottolineato l’assessore a Welfare, Casa, Accoglienza e integrazione Nicola Paulesu – Intenzione dell’amministrazione è consolidare sempre di più i rapporti con il carcere di Sollicciano rafforzando tutte le attività che hanno da un lato finalità di animazione, di socializzazione e di coinvolgimento dei detenuti ma che nello stesso tempo sono capaci di creare quel ponte col mondo esterno che deve essere il nostro obiettivo. Solo potenziando tutto questo lavoro possiamo creare opportunità concrete di rinascita e integrazione ed è un lavoro che stiamo facendo come amministrazione insieme a tutte le realtà e istituzioni coinvolte, perché solo insieme possiamo riuscire a ottenere quei risultati che altrimenti da soli non potremo ottenere. Coordinamento, sinergia, lavoro di squadra e comunità è la strada da percorrere in ambito carcere, come in ogni ambito di intervento”.

“Non vogliamo solo presentare una bella storia, come diceva Gino Bartali il bene si fa ma non si dice, ma crediamo in questo caso sia importante dirlo, perché si tratta di una buona pratica che risponde alle esigenze di reinserimento nella società di persone che hanno commesso degli errori ma che appunto si sono riabilitati. – ha detto il presidente Uisp Firenze Marco Ceccantini – Con questa storia vogliamo portare un esempio alla città di come si possano creare delle strade che, finito il periodo detentivo, portino al reinserimento nella società grazie a opportunità come questa”.

Scritto da: Redazione Novaradio


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