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FIRENZE – Non c’è più tempo: entro un mese la politica deve risposte concrete per avviare il tentativo di reindustrializzazione della GKN, o altrimenti la proposta sarà destinata a decadere. E’ l’allarme che lanciano gli operai dal Collettivo di fabbrica al termine della tre giorni sulla reindustrializzazione dal basso e la giustizia climatica che ha visto la partecipazione tra gli altri anche di Greta Thunberg.
Domenica scorsa l’assemblea degli azionisti – gli stessi che hanno messo insieme qualcosa come 1,3 milioni di euro di impegno di investimento e si sono resi disponibili ad aumentare la cifra fino a 2 milioni – hanno approvato il progetto industriale, confermato l’appoggio al progetto di rilancio fondato su cargo bike e pannelli fotovoltaici di ultima generazione da realizzarsi nell’area ex GKN di via Fratelli Cervi, e dato mandato alla proto-coop GFF di intavolare una discussione con la proprietà del sito e le istituzioni.
Ora però la palla passa alla politica: aprire immediatamente un tavolo di confronto, e approvare la legge sui consorzi pubblici. I soci “in assenza di seri passi in avanti entro il 15 novembre valuteranno se confermare o meno la disponibilità all’azionariato” ma “l’abbandono di questo progetto e il cadere di un esperimento sociale unico non passerà inosservato”, scrive il Collettivo, aggiungendo di essere pronto “ad un mese di contro-informazione crescente e mobilitazione assembleare il 17 novembre”. “Non è un ultimatum – dice Dario Salvetti, del Collettivo di Fabbrica – ma dopo 2 anni di vertenza e 10 mesi senza stipendio, è nostro obbligo ricordare che il tempo non è infinito”.