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FIRENZE – “Sollicciano è un contenitore dove si alimenta la recidiva” con i detenuti che “riconsegniamo al territorio esattamente, se non peggio, a quando sono entrati”: a pronunciare queste parole ieri è stata la direttrice, Antonella Tuoni, di fronte ai consiglieri della commissione politiche sociali di Palazzo Vecchio, tracciando un impietoso quadro della situazione definita “drammatica” e di un carcere sovraffollato, malsano e carente nell’offrire reali opportunità di reinserimento:
“Siamo a un punto di non ritorno” la sconfortante ammissione della dirigente, sl cui operato pendono tra l’altro due provvedimenti del dap e un fascicolo della magistratura. A parlare sono i numeri snocciolati da Tuoni: i detenuti sono 514 su 497 posti di capienza ma solo teorica, dato che i posti effettivi sono 291 (con un tasso di sovraffollamento del 170%) causa dell’inagibilità di alcune sezioni: i lavori da 4 milioni di euro per il rifacimento delle coperture sono fermi perché mal eseguiti; insufficienti poi anche gli agenti (348 sui 416 previsti), gli educatori (9 anziché 11), i contabili (2 su 5). Mancano fondi e “serie politiche di integrazione e inclusione”, e perfino il protocollo siglato col Comune di Firenze che avrebbe portato i detenuti a curare il verde della città non è mai partito: “Bisogna lavorare a una regolarizzazione, altrimenti li riconsegniamo alla micro- criminalità”.
Parole che non stupiscono i volontari dell’associazione Pantagruel, che ogni giorno entrano in carcere per tutta un serie di attività rivolte ai detenuti, tra cui quelle fondamentale dei colloqui individuali: “Con il 70% di detenuti stranieri con pochi o nessun legame con il territori, siamo l’unica finestra sull’esterno” spiega Stefano Cecconi dell’associazione, che conferma la drammaticità della situazione (“Nei passeggi nei corridoi piove a scroscio”) ma soprattutto l’assenza di prospettive: “La gran parte dei detenuti passa l’intera giornata a guardare il soffitto. Mancao progetti e attività, così è inevitabile riconsegnarli alla criminalità”. E aggiunge: “Con i recenti decreti, come il cosiddetto ‘decreto Caivano’, non si fa altro che aumentare l’affollamento delle c carceri, anche minorili. La soluzione? iniziare a riempire il carcere di progetti e di attività”.
L’associazione proprio in questi giorni celebra i 25 anni dalla fondazione, con una cena di finanziamento in programma giovedì 10 ottobre prossimo presso l’area verde di via Tanini al Galluzzo. “Siamo quasi a 150 coperti prenotati, ma ancora qualche posto c’è”. Tutte le info su www.asspantagruel.org