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FIRENZE – Dopo oltre vent’anni dedicati alla ricerca, allo studio, alla conservazione e valorizzazione dell’antica Manifattura Ginori, l’associazione Amici di Doccia cessa le sue attività. L’annuncio è stato dato l’1 ottobre alla Biennale internazionale dell’antiquariato di Firenze, evento dove nel 2003 iniziò. Nell’occasione, l’associazione presenterà gli interventi di restauro realizzati nell’ultimo anno e il recente volume dei Quaderni dell’associazione, intitolato ‘Ginori in asta. Uno sguardo sulle vendite degli ultimi vent’anni’.
Nel corso di quest’anno, spiega una nota, l’associazione ha completato il restauro di cinque opere dalle collezioni del Museo Ginori: una lampada in porcellana disegnata da Gio Ponti per Richard-Ginori negli anni Venti, “raro esempio di design eclettico del Novecento”; due gruppi scultorei in terracotta da Giuseppe Piamontini, Bacco e Arianna e Venere e Amore, entrambi degli anni cinquanta del XVIII secolo; due grandi modelli in gesso raffiguranti Ercole e il leone, l’uno da Stefano Maderno e l’altro da una composizione attribuita a Pietro Tacca. Queste ultime due opere, che illustrano la prima delle Dodici fatiche di Ercole e che testimoniano “l’eccezionale patrimonio scultoreo della Manifattura di Doccia, saranno esposte in anteprima al pubblico durante la Biennale, grazie alla collaborazione con la Biaf, in attesa della riapertura del Museo Ginori, attualmente in ristrutturazione. Il restauro dei due modelli in gesso, così come quello della lampada da parete in porcellana disegnata da Gio Ponti, è stato possibile grazie a Fracture, un progetto nato nel 2019 dalla collaborazione tra Amici di Doccia e Lao Le arti orafe Scuola orafa professionale. In vent’anni l’associazione ha restaurato 47 opere e promosso la porcellana Ginori in Italia e all’estero attraverso mostre, simposi, collaborazioni con musei e istituzioni, e pubblicazioni, in primis quella dei Quaderni, una rivista annuale divenuta una risorsa di riferimento per esperti e collezionisti.