FIRENZE – “Nei prossimi giorni, di intesa con la Regione, direttore generale della sanità e Aziende ospedaliere e Questura, verranno svolti dei sopralluoghi per poter prima di tutto capire se i presidi fissi di polizia sono adeguatamente collocati in prossimità delle aree che sono più critiche” come “pronti soccorsi, aree di salute mentale”.
Lo ha dichiarato il prefetto di Firenze Francesca Ferrandino, al termine del Cosp di oggi dedicato alle aggressioni al personale sanitario. Nel giro di 10-15 giorni, ha spiegato la Prefetta, sarà fatto di nuovo il punto, e che si tratta di un “primo passo immediato” e che nel frattempo è stata “fornita assicurazione” la Regione sta facendo una ricognizione delle aree in cui potrebbero essere installati, grazie ad appositi fondi regionali, ulteriori mezzi tecnologici per consentire un rapido intervento delle forze di polizia.
Ferrandino ha anche spiegato che “è stata evidenziata la necessità di realizzare un protocollo regionale che si basi su tre pilastri: prima di tutto analisi dei dati attenti; affrontare il tema dal punto di vista culturale e comunicativo; formazione del personale”.
“Da parte nostra – ha spiegato l’assessore regionale alla sanità Simone Bezzini – continueremo l’implementazione, la concretizzazione della delibera che abbiamo approvato nei mesi scorsi e che stanzia oltre due milioni di euro per sistemi di videosorveglianza, di allarme, connessioni con le forze dell’ordine”.
“E’ stato un incontro molto positivo. Abbiamo chiesto che ci sia più presenza di forze dell’ordine negli ospedali e nei punti critici e che vengano attuati protocolli d’intesa tra le aziende sanitarie e le forze dell’ordine. E che ci sia meno burocrazia sulle denunce delle aggressioni” ha dichiarato il presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Firenze Pietro Dattolo: “La militarizzazione della sanità sarebbe un fallimento per la nostra professione e per tutto il sistema sanitario”.