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VIAREGGIO – Niente carcere ma arresti domiciliari con braccialetto elettronico per Cinzia Dal Pino, la 65enne che nei giorni scorsi a Viareggio ha investito e ucciso con la propria auto Said Malkoun, 47enne straniero che le aveva rubato la borsa. E’ la decisione presa ieri dal Gip punto la donna si diceva difesa dicendo: “Non volevo ucciderlo ma solo fermarlo”, spiegando che nella borsa c’erano cellulare e chiavi di casa che temeva potessero essere usate per compiere altri reati. Il giudice pur respingendo la richiesta della procura di fermo, ha deciso i domiciliari per pericolo di reiterazione del reato.
Sulla questione però non si placano le polemiche politiche dopo che da parte di alcuni esponenti di Fratelli d’Italia e della Lega sono usati Toni giustificazionisti nei confronti del comportamento della donna invocando di volta in volta il diritto alla Difesa il contesto sociale e la condizione di stress psicologico. “Impossibile che si configuri la fattispecie di legittima difesa, qui si tratta di vendetta privata” taglia corto Emilio o Santoro, docente di filosofia del diritto e presidente de L’altrodiritto. Che aggiunge: “La cosa più grave è che la signora abbia pensato di farsi giustizia da sola anziché rivolgersi alle forze dell’ordine. Se un cittadino può farsi giustizia da solo viene meno lo Stato di diritto, si torna allo stato di natura. E in base a questa logica nessuna pena per quanto alta sarà mai sufficiente”.