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FIRENZE – 148 corsi di laurea, di cui 64 percorsi triennali, 9 a ciclo unico e 75 lauree magistrali – tra quelle di più recente istituzione le triennali di “Ingegneria ambientale”, “Scienze dei materiali”, “Tecniche e tecnologie per le costruzioni e il territorio”, “Osteopatia” e le magistrali di “Diritto per le sostenibilità e la sicurezza”, “Data Science, Scientific Computing & Artificial Intelligence”, “Software: Science and Technology”. E inoltre, 38 lauree organizzate in collaborazione con università straniere e 14 dei percorsi di studio sono tenuti anche o solo in lingua inglese.
Questi alcuni dei numeri dell’offerta didattica per l’anno accademico 2024/25 della Università di Firenze, la cui partenza è alle porte: per i corsi ad acceso libero le iscrizioni sono ancora in corso ma intanto hanno riaperto le biblioteche e dai prossimi giorni prenderanno il via le prime lezioni.
“Anche quest’anno abbiamo lasciato invariato le rette universitari” rivendica la rettrice Alessandra Petrucci stamani ai microfoni di Novaradio, sottolineando lo sforzo dell’ateneo nell’offrire sempre più servizi e opportunità, in un’ottica sempre più di “area vasta”: Sesto, Prato e Pistoia. Tra gli investimenti più consistenti, quello del trasferimento della facoltà di agraria dalle Cascine al Polo Scientifico di Sesto Fiorentino.
Tra le questioni più “calde” rimane quella dell’offerta di alloggi universitari: nonostante che il DSU preveda 1.700 borse in più grazie all’abbassamento delle soglie Isee, e ogni anno si contano circa 900 ragazzi che, pur idonei, rimangono in lista d’attesa.
Tra i progetti in corso, il Comune di Firenze prevede la realizzazione di uno studentato pubblico da 150 nuovi posti nella ex caserma Lupi di Toscana, ma i tempi son lunghi. C’è poi la partita dei nuovi fondi Pnrr che il Ministero dell’Università ha destinato alla realizzazione di alloggi per universitari: 60 milioni di euro. Ma per Firenze di progetti presentati per ora non ce ne sono.
“Stiamo lavorando con Cassa depositi e prestiti per potenziare l’offerta” spiega ancora Petrucci, che conferma l’ipotesi allo studio “per 400 posti letto” nel plesso ospedaliero-universitario di Monna Tessa a Careggi, precisando però: “Si tratta di fondi destinati a progetti che solo privati possono presentare”. Di studentati al massimo pubblico-privati dunque si tratterebbe: “L’idea è destinarli a quella fascia di studenti che non accedono alle borse alloggio ma che fanno fatica a permettersi alloggi a prezzi di mercato”. La cosiddetta “fascia grigia”, dunque, che comprende in Toscana qualcosa come oltre 11 mila studenti.