TOSCANA – Anche la Regione Toscana ricorre alla Corte costituzionale contro il Governo per la dichiarazione di illegittimità costituzionale della legge sulla cosiddetta “Autonomia differenziata” (legge n.86/2024). Una mossa con cui la Toscana fa “fronte comune” con altre Regioni governate dal centrosinistra che hanno annunciato il ricorso alla Consulta (Emilia Romagna, Campania e, proprio nelle ultime ore, anche la Sardegna), e che si aggiunge all’iniziativa intrapresa dal Consiglio Regionale, che il 16 luglio scorso aveva approvato la proposta per richiedere un referendum abrogativo ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione, con i voti favorevoli dei consiglieri di Pd, Italia Viva e M5s.
“La Toscana – ha spiegato oggi il governatore Giani – ha presentato ricorso basandosi su 12 punti: il principale è il fatto che a mio giudizio la legge di Calderoli contraddice lo spirito dell’articolo 116 della Costituzione, perché individua una serie amplissima di materie in modo generale” e “quindi le Regioni con questa legge diventano Regioni a statuto speciale come quelle che già ci sono. Ecco quindi che parliamo di ‘Spacca Italia’”. “Invece – argomenta Giani – l’articolo 116 della Costituzione chiede ‘particolari’ forme di autonomia, ovvero il leggere in ciascuna regione quello che è specifico e che può essere gestito in autonomia. In Toscana, per esempio, i beni culturali, la geotermia, le zone lacustri di interesse nazionale come la Laguna di Orbetello, l’arcipelago, ovvero una ricchezza di tante isole che richiedono una specificità di gestione”.