FIRENZE – Ottant’anni fa, l’11 agosto del 1944, alle 7 del mattino risuonarono nel cielo di Firenze i rintocchi della campana “Martinella” di palazzo vecchio e del Bargello: era il segnale che il CTNL, il Comitato toscano di Liberazione nazionale, per l’insurrezione generale contro occupazione nazifascista: i fiorentini insorsero pronti ad affiancare i reparti partigiani che stavano entrando in città per scacciare definitivamente le truppe tedesche in ritirata, e i cecchini della RSI che dai tetti sparavano sulla popolazione. Con l’arrivo delle truppe alleate in centro, la città aveva già un governo provvisori: sindaco era il socialista gaetano Pieraccini, i vice Fabiani (comunista) e Zoli (democristiano). Firenze era la prima città il cui governo provvisorio formato dai partiti antifascisti veniva riconosciuto nella sua autorità.
“Fu non solo un fatto militare ma politico, che dimostrò il carattere della città” dice a Novaradio Vania Bagni presidente Anpi Firenze: “Quelle sono le nostre le radici, da lì dobbiamo ripartire se vogliamo che il ricordo della Liberazione sia un ricordo vivo”.
L’Anpi Firenze come ogni anno parteciperà alle celebrazioni ufficiali dalle 9,30 in pizza dell’Unità e poi in piazza Signoria, ma già dalle 8.00 sarà insieme alla Rete Democratica Fiorentina al Cimitero di Trespiano, per una cerimonia davanti al monumento che ricorda Spartaco Lavagnini, segretario dei ferrovieri fiorentini trucidato dai fascisti nel 1921. Una scelta non casuale, spiega Bagni: “Dobbiamo riappropriarci dei luoghi della memoria”.