TOSCANA – La Toscana potrebbe essere la prima Regione a varare una legge per rendere più certe, rapide ed omogenee le regole per accedere al suicidio medicalmente assistito: pure in assenza di una legge nazionale in materia, la pratica è stata resa possibile dalla nota “sentenza Antoniani” (dj Fabo), la 242 del 2019, della Corte Costituzionale, che ha dichiarato legittima la procedura a precise condizioni: in presenza di una malattia dall’esito irreversibile che comporta trattamenti per il sostegno vitale, e di un paziente che nella piena facoltà di intendere e volere, desidera porre fine a sofferenze fisiche o psicologiche che giudica insostenibili.
Se questo è il quadro giuridico, le modalità con cui accedere alla procedura variano da territorio a territorio: le tre Asl Toscane finora sin sono mosse in ordine sparso. Ecco che nei mesi scorsi l’associazione Luca Coscioni ha elaborato una proposta di legge di iniziativa popolare, presentata poi all’attenzione di molti Consiglio Regionali, che fissa in 20 giorni il tempo massimo in cui le autorità sanitarie devono dare una risposta alla richiesta del malato, e stabiliscono la gratuità del trattamento, che viene eseguito da un medico individuato dallo stesso paziente in accordo con il medico di famiglia. Proprio da questo testo che partirà il Consiglio Regionale Toscano: la pdl è stata incardinata nella Commissione sanità del Consiglio regionale e l’esame inizierà a settembre: “Il nostro obiettivo, spiega a Novaradio il presidente della Commissione, Enrico Sostegni (Pd) – è riuscire ad arrivare all’approvazione entro la fine dell’anno”.