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Stop alla cannabis light, Fiorentini (Forum Droghe): “Decisione propagandistica e senza alcun fondamento scientifico” – ASCOLTA

today02/08/2024

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    Leonardo Fiorentini, Forum Droghe, 2 agosto 2024

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ROMA – Governo e maggioranza approvano il giro di vite sulla cannabis light: nel testo del “DL sicurezza” licenziato ieri dalle commissioni Affari costituzionali e Giustizia  della Camera è stato inserito ieri il divieto di coltivazione e commercializzazione delle infiorescenze, anche quelle a basso contenuto di Thc (meno dello 0,2%). Una misura fortemente voluta dalla destra ma che ha subito suscitato forti critiche da parte delle opposizioni e dei produttori, che paventano il crollo di un mercato che oggi vale 500 milioni di euro che dà lavoro a 11.000 addetti. “Una scelta ideologica e senza alcun fondamento scientifico” dice Leonardo Fiorentini, presidente di Forum Droghe, stamani a Novaradio sottolineando come tutti i dati scientifici mostrino come sotto quella soglia on ci sia alcun effetto psicoattivo alterante del Thc, e che anzi dallo stesso Oms sia arrivato l’invito a dichiarare questo tipo di cannabis legale. Il divieto è inoltre in contrasto con la normativaeuripea che permette a tante aziende in tutta l’UE di produrre e commerciare la cannabis light. Ma fa il paio con la politica proibizionista della destra, che con il ministro della Saliute Orazio Schillaci intenderebbe mettere fuorilegge anche il CBD (il cannabiniolo), altamente presente nella cannabis light,  che non ha alcun effetto psicoattivo.

“Una misura propagandistica che serve alla destra a rivendicare la lotta alla droga, che rischia di mettere in ginocchio un settore in forte crescita e paradossalmente fare un favore alle narco-mafie” aggiunge Fiorentini. Si calcola che circa un 30% dei consumatori di cannabis soprattutto in età matura optino per la cannabis light: vietandola, spiega,  si darà nuovo fiato alle attività di chi smercia cannabis illegale.

Il dl sicurezza andrà in aula alla Camera solo a settembre, ma già si annunciano ricorsi. Quello “ordinario” al Tar e poi alla Consulta, dice fiorentini, rischia di essere molto lungo. Più facile potrebbe essere invece il ricorso alla giustizia UE per violazione delle norme sulla libera concorrenza.

Scritto da: Redazione Novaradio


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