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FIRENZE – Una multa da 25 mila euro per la direttrice del carcere di Sollicciano per non aver eseguito i lavori di ristrutturazione dovuti in qualità di responsabile della salute dei lavoratori del penitenziario, e un’ “ingiunzione” a sanare entro 90 giorni di tempo alcune delle più evidenti criticità strutturali: dalle tracce di sangue e urina sulle pareti delle celle al ripristino dell’agibilità di ambienti comuni e sala colloqui annerita dal fumo degli incendi, dalle infestazioni di cimici e topi alle infiltrazioni di acqua e umidità che provocano malfunzionamenti nell’impianto elettrico, alla mancanza di impianto di condizionamento.
E’ il provvedimento che arriva dal DAP, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, a seguito delle ispezioni effettuate nel carcere fiorentino dei mesi scorsi, a carico della direttrice Antonella Tuoni. La notizia, riportata stamani da La Nazione, conferma la disastrata situazione del carcere fiorentino messa in evidenza dalle denunce, gli esposti alla magistratura, i ricorsi (sempre più spesso accolti) dai reclusi per inumanità della detenzione ex articolo 3 Cedu, le rivolte dei detenuti (ultima quella del 5 luglio scorso). E anche plasticamente fotografata anche dall’annuale dossier dell’associazione a Antigone, presentato ieri, che mette insieme i dati da inizio 2024 – una popolazione carceraria di oltre 61 mila detenuti, 14.000 in più della capienza regolamentare disponibile, tasso di sovraffollamento medio del 130% che in 56 istituti supera il 150%, e 58 suicidi solo da inizio anno – all’interno del quale la Toscana (4 suicidi da inizio anno) evidenzia una situazione pesante e spicca in negativo proprio il carcere fiorentino, anche al di là dei numeri.
Formalmente a Sollicciano il tasso di sovraffollamento è “solo” del 113,7%, sotto la media nazionale, ma dato che 89 posti nelle sezioni non sono disponibili, il dato effettivo è del 136,8% (sopra la media nazionale). Al suo interno gli stranieri sono 65%, una percentuale molto alta; quelli con problemi psichici sono la metà, quelli con dipendenze oltre il 30%. E Sollicciano non è l’unico in Toscana: ad esempio, anche ad Arezzo, a Livorno e Lucca ampie porzioni delle sezioni detentive sono inagibili o inutilizzabili e quindi rendono i tassi di sovraffollamento effettivi sopra l media nazionale; in altri casi, come il carcere di Pisa, sono in condizioni fatiscenti.
I dati sono forniti da Alessio Scandurra, storico esponente dell’associazione Antigone in Toscana, che stamani a Novaradio parla di Sollicciano come una delle peggiori carceri d’Italia: “Ha carenze strutturali e di manutenzione gravissime, che si trascinano quasi dalla inaugurazione: in inverno in molte celle piove – elenca – fa freddo ed in ogni stagione mancano le luci e anche i sanitari hanno spesso problemi di funzionamento; l’impianto idraulico è fatiscente come il resto e a volte in sezione manca quindi l’acqua”. Riguardo al provvedimento del DAP, Scandurra osserva: “I fondi per i lavori da tempo sono stati stanziati, i lavori erano partiti ma sino sono fermati. Questo dimostra la difficoltà di agire su Sollicciano, andrebbe buttato giù e rifatto” scandisce, e a chi sostiene che non si può fare replica: “Basta invertire i termini: costruire un nuovo carcere e buttare giù quello vecchio, come si è fatto per le Murate”. E aggiunge: “Il governo finora ha presentato un piano carceri che parla di ristrutturazioni e nuove strutture ma che di fatto è vuoto, quel che servirebbe è piuttosto la reale applicazione delle norme già in essere, a partire da quelle sulle pene alternative al carcere che, come i dati dimostrano, diminuirebbero anche la recidiva”.