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La vita fuori dal carcere riparte da… un museo: la storia (con finale ancora da scrivere) di una ex detenuta di Sollicciano – ASCOLTA

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    Maddalena Chelini, archeologa e educatrice museale del Museo Preistoria Firenze, 22 luglio 2024

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FIRENZE – Chissà se davvero, come scriveva Dostoevskij, sarà la bellezza a salvare il mondo: certamente può essere l’ispirazione per chi cerca di salvare sé stesso dagli errori del passato e dare un senso nuovo alla propria esistenza. Quella che raccontiamo è la storia di due ex detenute del carcere di Sollicciano, che alla cultura si sono rivolte per avere una speranza di reinserimento.

Le chiameremo Elena e Lila – come le due protagoniste della saga “L’amica geniale”. Elena, trentenne, è uscita alcuni mesi fa e ha iniziato positivamente percorso di reinserimento lavorativo e sociale. La seconda, ventenne, più fragile e con alle spalle un’esperienza di dipendenza, è uscita poche settimane fa dopo una lunga detenzione e si è trovata spaesata nel dare una direzione alla sua nuova vita da libera. Si è allora rivolta ad Elena, che aveva conosciuto in carcere, e con lei ha deciso di ricominciare proprio dalla cultura, presentandosi “alle porte” di un museo: il Museo di Preistoria di Firenze, lo stesso che nei mesi precedenti le aveva coinvolte, grazie al progetto “Educare alla bellezza”, in una serie di laboratori sulla ceramica in carcere culminati a fine maggio, in un incontro al Museo Galileo, una mostra di elaborati e una visita al museo di Preistoria che ha coinvolto una mezza dozzina di detenuti tra cui proprio Lila.

A raccontarlo è Maddalena Chelini, una delle educatrici museali del Museo di Preistoria e tra le organizzatrici del progetto, frutto della collaborazione tra la rete “Welcome to Florence” che raggruppa 7 realtà museali fiorentine con il Centro per l’istruzione degli adulti 1 di Firenze (che organizza i corsi scolastici a Sollicciano) e il carcere. “Lila – spiega a Novaradio – mi aveva detto che le sarebbe piaciuto tornare, ma non ci speravo. Tanta è stata la sorpresa quindi, quando ci ha contattati, ma ancor più la soddisfazione di aver fatto, con il nostro lavoro, qualcosa di importante”. Un episodio piccolo, ma da grande significato, che non deve essere disperso: “Adesso – spiega ancor Chelini – assieme agli altri sette musei die cercando di capire come poter coinvolgere Lila in attività anche fuori dal carcere, magari nella vendita dei manufatti che i detenuti realizzano nei laboratori. Speriamo che anche dalla Regione, che finanzia i progetti di Welcome to Florence, arrivi un aiuto”.

Scritto da: Redazione Novaradio


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