FIRENZE – “Se avrei voluto rifare il Presidente del Consiglio Comunale? Sì, tanto volentieri. Ma in politica si deve fare anche quello che ci chiedono, non solo quello che ci piace ed ho fatto un passo indietro per fare altro”. Così Luca Milani, neo capogruppo del Partito Democratico in Palazzo Vecchio, ai microfoni di Novaradio, a commento del primo Consiglio Comunale andato in scena ieri nel Salone dei Dugento, che lo ha visto anche raccogliere il voto delle opposizioni di sinistra come possibile alternativa a Cosimo Guccione nel ruolo di Presidente del Consiglio.
“Sono stato molto colpito dall’affetto che mi ha circondato e mi sono commosso ieri” racconta Milani al termine del suo mandato di Presidente del Consiglio, culminato ieri con il passaggio di consegne con il compagno di partito Cosimo Guccione, eletto con 24 voti dal Consiglio Comunale. “Sono stati cinque anni difficili” dice Milani, ricordando i primi due di pandemia, quando il Consiglio ha risposto con unità di intenti e poi ancora gli effetti dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, con l’impegno di Firenze per la pace, senza scordare il mondo del lavoro con la tragedia di Via Mariti e dell’esperienza di lotta della Gkn.
Luca Milani, candidato alle ultime elezioni nelle liste del Partito Democratico, è stato il quinto consigliere più votato della coalizione a sostegno di Sara Funaro, con 812 preferenze. Numeri che però non sono bastati per un suo ingresso in Giunta, come lo stesso ex Presidente del Consiglio forse sperava, pur guardando con favore la nuova Giunta: “Sono contento delle scelte fatte dalla Sindaca Funaro, perchè mi sembra una Giunta che porta elementi di innovazione che può aprire per Firenze una nuova fase”. Nuova fase che Milani auspica anche per il suo Partito, il PD, di cui appunto sarà capogruppo in Consiglio: “La nuova fase del PD deve essere ancora più inclusiva, per recuperare anche quei pezzi di sinistra che ancora ci guardano di traverso – dice Milani a Novaradio – Dobbiamo dimostrare di essere cambiati e di aver capito che una fase che abbiamo vissuto non ha portato niente di granché positivo e quindi rimettere le cose in sesto, non solo per il PD ma per tutto il Paese, altrimenti non diamo una alternativa a chi sta governando adesso l’Italia”.