FIRENZE – “Sollicciano vive una situazione complicata, ma la prima soluzione è triplicare il numero degli educatori ovvero dei funzionari giuridici pedagogici al suo interno”. Così ai microfoni di Novaradio Claudio Pedron, coordinatore del CPIA 1 Firenze (il centro per l’istruzione degli adulti), dal 1998 insegnante nella scuola di Sollicciano. A pochi giorni dalla scomparsa del detenuto ventenne di origini tunisine, che si è tolto la vita nel carcere di Sollicciano, torna la discussione sul futuro del carcere fiorentino, tra accuse incrociate di responsabilità ed idee contrastanti nel mondo della politica e dell’ordine giudiziario su cosa fare di Sollicciano nei prossimi anni. “Lo vogliono buttare giù? – si domanda anche Pedron – prima trovino la soluzione alternativa a dove sistemare i detenuti. Io inizierei piuttosto a cambiare il contesto. Si annunciano 51 nuovi agenti? Bene, mandateli, ma mandate anche altrettanti educatori, perchè quel ragazzo aveva bisogno di parlare con qualcuno”.
Intanto, mentre il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha scritto una lettera per sollecitare un intervento su Sollicciano al Ministro della Giustizia Nordio, è stato reso noto che sarà fatta l’autopsia sulla salma del detenuto che si è tolto la vita nel carcere fiorentino lo scorso 4 luglio. Lo ha stabilito la pm Ornella Galeotti che ha aperto un fascicolo, così da poter svolgere l’esame autoptico, per verificare la natura di eventuali e ulteriori lesioni oltre a quelle riconducibili al suicidio.