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PISA – La futura base dei corpi speciali dei carabinieri voluta dal governo nel Parco di San Rossore e a Pontedera impiegherà circa 520 milioni di euro per 140 ettari di superficie. A denunciarlo è il gruppo consiliare di opposizione Una Città in Comune assieme al “Movimento No base né al Coltano né altrove”, spiegando di aver rintracciato i dati nei documenti parlamentari legati all’approvazione del decreto legge 89/24 (c.d. “DL Infrastrutture) approvato il 24 giugno dal Governo Meloni e assegnato alla VIII Commissione (ambiente, territorio e lavori pubblici) per essere convertito in Legge entro il prossimo 24 agosto
“Ancora una volta tutti sapevano e tutti hanno finto di non sapere. Ma ancora una volta li abbiamo smascherati” dichiarano: In base ai documenti depositati in commissione parlamentare, i costi previsti, ad oggi, sono infatti pari a 520 milioni di euro. Senza considerare i soli 120 destinati alla bonifica del reattore presente al Cisam, già previsti e dovuti da oltre 20 anni (come ribadito anche in una recente relazione della Corte dei Conti), restano 400 milioni di euro (più del doppio dei 190 previsti a inizio del 2022) destinati ad alimentare la guerra e l’economia di guerra.
“Nel documento illustrativo del provvedimento – aggiungono – si legge chiaramente che il piano è stato fatto “d’intesa con gli Enti territoriali interessati (Regione Toscana, Provincia di Pisa, Comune di Pisa, Ente Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli)”. Anche il Presidente della Regione Giani del Pd dunque sapeva benissimo di tutto questo, così come il Sindaco Conti, che proprio nei giorni scorsi si è rifiutato di rispondere ai nostri quesiti dicendo che non era di sua competenza”.
“Il nuovo progetto della base militare – denunciano Una Città in Comune e Movimento No Base – è ancora più impressionante di quello pensato da Draghi e Guerini nel 2022 nell’area di Coltano. Non solo sono più che raddoppiati i costi e quindi le risorse sottratte ai bisogni sociali, ma sono raddoppiate anche le superfici verdi che questa opera bellica occuperà con un devastante impatto ambientale. Dei fondi, come abbiamo denunciato già negli scorsi giorni, 92.5 milioni sono già stanziati per il primo lotto: 72.5 con il DPCM del 9 maggio 2022, e 20 milioni con DL infrastrutture. I primi vengono dal Fondo di Sviluppo e Coesione, mentre i secondi dal Ministero delle infrastrutture, con l’intento non dichiarato, ma evidente, di avviare i cantieri entro la fine dell’anno. Per i restanti 400 milioni di euro ad oggi previsti, ma che lieviteranno ulteriormente, non è specificato da dove saranno presi. I costi lievitano anche per l’imponente aumento delle superfici: dai 70 ettari previsti inizialmente sull’area di Coltano si passa, guardando le superfici indicate nella mappa presente nei documenti disponibili alla commissione, a circa 130 ettari: 40 ettari destinati ai Gruppo Intervento Speciale, 20 ettari dedicati al I reggimento Tuscania in aree che sono boscate all’interno del Parco Naturale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli e altri 40 ettari circa per il poligono di tiro da 500 metri e la pista di addestramento intorno all’area della tenuta Isabella a Pontedera, area oggi completamente verde e che ha già mostrato la sua fragilità dal punto di vista della tenuta idraulica e su cui un’opera del genere non farà che peggiorare la situazione. Il resto, circa 30 ettari, lo si vorrebbe destinare alla parte alloggiativa, alle parti comuni e agli impianti sportivi, in un’area già parzialmente edificata del Centro Interforze Alti Studi Militari (Cisam) della Marina Militare.
Sia Città in Comune che Movimento No Base promettono battaglia “per impedire questa ulteriore militarizzazione del territorio, già a partire dalle iniziative dei prossimi giorni. Il Presidente della Regione Giani, il Presidente del Parco Bani, il sindaco Conti e il Presidente della Provincia Angori si dimettano: come nel caso del primo DPCM hanno tenuto nascosto alla cittadinanza queste informazioni sul progetto e lo sostengono attivamente. Noi chiediamo a tutte le realtà sociali, associative e sindacali di schierarsi apertamente contro questo mezzo miliardo di euro per la guerra, che tutte le risorse fino ad oggi destinate per la base siano immediatamente stralciate, che questi fondi siano impiegati per le vere priorità sociali del nostro paese, come casa, scuola, lavoro, transizione ecologica, e che il progetto sia definitivamente cancellato”.