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FIRENZE – Potrebbe essere messa già martedì o mercoledì prossimo all’ordine del giorno del Consiglio Regionale della Toscana la richiesta di referendum abrogativo della legge sulla cosiddetta “autonomia differenziata”. Le pdd (proposta di delibera) in votazione in realtà sono due – una di abrogazione totale, una parziale – faranno della Toscana una delle cinque Regioni, assieme a Campania, Emilia Romagna, Sardegna e Puglia (le altre governate dal centro-sinistra) che in base al dettato della Costituzione potranno fare richiesta di indizione di referendum.
L’approvazione è pressoché scontata, dato che a sostenere la richiesta sono i gruppi del Partito Democratico, Italia Viva e MoVimento 5 Stelle con i capogruppo Vincenzo Ceccarelli (Pd), Stefano Scaramelli (IV) e Silvia Noferi (M5s), che hanno parlato dell’autonomia differenziata come di una legge che “spacca l’Italia” e la trasformerà in “tanti piccoli staterelli”, che rappresenta un “pericolo per l’unità” del paese, e che assieme alla proposta di riforma del cosiddetto “premierato” rischia di scardinare l’intero impianto costituzionale.
Tre forze politiche che si ritrovano per la prima volta insieme dopo i duri mesi della campagna elettorale delle amministrative, in un accordo che supera lo steccato maggioranza-opposizione. Prove tecniche di una possibile intesa in vista delle prossime elezioni regionali. “Più che un campo largo, un fronte costituzionale” ha precisato Ceccarelli, spiegando che comunque l’auspicio è che “di fronte a questa destra possa diventare un campo largo progressista, capace di trovare nuove sintesi” programmatiche concrete. Positivo Scaramelli, per cui “oggi non nasce un nuovo centro-sinistra, ma la volontà di dimostrare che su certi temi si può stare insieme”, perché “sono più le cose che uniscono che quelle che dividono”. Più prudente Noferi: “Il MoVimento rimane all’opposizione, qui c’è una questione superiore: il tema è l’unità nazionale in combinato disposto con il premierato che ci spaventa” ha detto, aggiungendo: “Il MoVimento sta andando verso una fase costituente, non un semplice congresso, da cui uscirà la nuova linea politica e anche le alleanze”.