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FIRENZE – Antifascismo e antirazzismo, pratiche femministe, strumenti d’integrazione e di dialogo, Palestina con altri occhi, militanza illustrata, Lungarno e un appuntamento speciale dedicato a Gabriel Garcia Marquez a dieci anni dalla sua scomparsa. Questi i temi al centro dei “talk”, gli incontri, in programma da stasera, 3 luglio, a Stella Rossa, la festa di Arci Firenze in programma fino al 7 luglio all’SMS di Rifredi.
A dare il via alla festa oggi alle 18.00 “Galassia Nera: inchiesta sul neo fascismo nella rete”, con Giovanni Baldini (curatore della ricerca), Vania Bagni (Presidente ANPI Firenze), Marzia Frediani (Presidente ARCI Firenze) e Daniele Bianchini (Direttore Novaradio). L’evento sostituisce l’incontro con Valentina Mira e Rossella Scarponi, saltato per un imprevisto dell’ultimo minuto, completamente indipendente all’organizzazione del festival.
Al centro dell’incontro il tema della militanza “nera”, ampiamente diffusa in tutta Italia con organizzazioni fasciste e razziste come Casaggì e Casa Pound, ma anche con gli ambienti giovanili di Fratelli d’Italia, da cui hanno mosso i primi passi i politici dei partiti attualmente al governo . Il tema è recentemente tornato alla ribalta dopo un’inchiesta del giornale online Fanpage.
“Le immagini e il registrato non possono che fare impressione, ma di fatto sono cose note ormai da anni che l’ambiente, l’humus culturale e politico degli ambienti giovanili di Fratelli d’Italia sono questi. Non è una novità”, spiega a Novaradio Giovanni Baldini, redattore del periodico dell’ANPI Patria indipendente, esperto di nuova destra. “Bisogna capire quanto questo sia un vero e proprio sistema con cui si cresce all’interno di un partito che esprime le massime cariche del governo, oppure no”.
Dell’inchiesta di fanpage su Gioventù Nazionale ha parlato anche la presidente dell’Anpi Firenze, Vania Bagni. Il suo valore, ha spiegato sa nell’aver fatto “vedere” di “cosa accade dentro quelle strutture, e cosa fanno, cosa dicono, quale idea di mondo e di relazioni cui appartengono. Credo che sia servita a muovere le coscienze delle persone, oltre ad aver messo in evidente difficoltà la Presidente del Consiglio. Ha dovuto fare quella lettera ai dirigenti, ma voleva parlare al modo fuori dal partito. Loro sanno benissimo cosa c’è e cosa fanno: in quell’inchiesta abbiamo visto che molti sono dirigenti, alcuni sono parlamentari, altri candidati nelle amministrative ed entreranno nelle istituzioni. Credo che l’inchiesta abbia sollevato un tema presente e ne ha dato una visibilità maggiore: voglio credere che abbia mosso una consapevolezza sopita”. “Il fatto che Liliana Segre abbia fatto l’affermazione che ha fatto mette in difficoltà coloro che pensavano si trattasse di un fenomeno marginale, invece è parte integrante del sistema istituzionale e deve essere affrontato per quello che è”.