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FIRENZE – “E’ un’involuzione fascista, il precedente del Premierato è precisamente il governo Musssolini C’è la realizzazione del modello teorizzato da carl Schimidt nella idea che un capo possa rappresentare la complessità della società. E’ un’idea identitaria, nazionalista, parafascista della rappresentanza, che non solo sconvolge l’equilibrio dei poteri”, “ma è anche la forma di governo più funzionale alla subalternità ai mercati”. Così Luigi Ferrajoli, insigne giurista e filosofo del diritto, a margine di un evento a Firenze, sulla riforma del Pemierato che pochi giorni fa ha ricevuto il via libera in prima lettura al Senato. “Tutto questo è avvenuto anche perché – ha spiegato – c’è stata un’alleanza tra liberismo e populismo: le politiche liberiste hanno disgregato la classe operaia e creato le basi sociali del populismo, che sta ricambiando il favore attraverso l’attuazione delle direttive dei mercati”.
E anche la riforma della “autonomia differenziata” si inserisce in questo quadro: “Da un lato si rivendica la nazione, questo sovranismo di facciata, dall’altra si spacca l’Italia aumentando le diseguaglianze. La diseguaglianza in Italia è cresciuta da 2 a 6 milioni di poveri assoluti, e 5 milioni di poveri relativi. Tutto questo dietro il patriottismo di facciata. Naturalmente è propaganda allo stato puro, la forma demagogica della politica che tramite il controllo dei mezzi di informazione riesce ad avere successo”. “Ma non troppo a lungo” avverte Ferrajoli: “In particolare il Premierato non potrà essere approvato: è talmente sgangherata, sconclusionata, su misura della stessa Meloni. Credo che non passerà, l’importante è che ci sia un movimento di massa, un’unificazione antifascista dell’opposizione”.
Ferrajoli è intervenuto a margine dell’incontro dal titolo “Una Costituzione per la Terra”, incentrato sulla necessità dell’istituzione di una serie di misure condivise per tutti gli Stati per evitare al nostro Pianeta di precipitare in crisi di carattere globale: “Il mondo sta andando alla deriva: guerra cambiamento climatico, crescita delle disuguaglianze. L’unica risposta è introdurre delle ‘garanzie’ a sostegno di quello che già promettono le Carte internazionali – uguaglianza, pace, tutela dei diritti – ma solo come pure enunciazione di principio destinate a essere violate” e cioè “divieti, obblighi e le istituzioni corrispondenti in grado di assicurare effettività ai principi”. Alcuni esempi: il bando delle armi da fuoco per fermare i conflitti, l’istituzione di un demanio costituzionale planetario che sottragga al mercato l’acqua potabile, le grandi foreste, i ghiacciai contro il riscaldamento globale e il cambiamento climatico; l’introduzione di un servizio sanitario mondiale, e un servizio scolastico che assicuri l’istruzione a tutti. “Il principale nemico dell’umanità – osserva – è la sua stupidità, la sua cecità, la cecità dei poteri che contano. Non sono più gli Stati che regolano la concorrenza delle imprese, ma le imprese globali che mettono i concorrrenza gli Stati tra loro”.