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MONTELUPO FIORENTINO (FI) – “”È una strage. Sta emergendo un modello di fare impresa che uccide, fondata sulla riduzione dei diritti e dei costi, dove il lavoro viene considerato una merce che può essere comprata e venduta. Quello che è successo a Latina e Frosinone è un atto di schiavismo ed è disumano, perché sentire dire che la persona è morta per ‘una sua leggerezza’ è come sentir dire che è un prezzo che si deve pagare a quel modello di fare impresa”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Maurizio Landini commentando la morte del bracciante indiano di 31 anni a Latina e dell’ operaio 58enne a Frosinone a margine dell’iniziativa a Montelupo Fiorentino (Firenze) per celebrare i 50 anni della Cgil Toscana. In particolare, rispetto ai fatti di Latina, Landini aggiunge che “stiamo parlando in questo caso di lavoro nero, di caporalato, di persone clandestine: bisogna cancellare la Bossi-Fini”.
Landini poi ha ricordato come la sicurezza sia direttamente legata alla battaglia per i 4 referendum sulle leggi del lavoro lanciata da alcune settimane dalla CGIL: “In ballo c’è la libertà delle persone: non si è liberi quando si è precari, quando si rischia di morire, quando non si ha un salario dignitoso. Questa libertà bisogna affermarla utilizzando tutti gli strumenti, dai referendum, alla mobilitazione alle lotte per il rinnovo dei contratti”. E poi ha anche annunciato l’impegno del sindacato in appoggio alla raccolta firme per un referendum abrogativo della “autonomia differenziata” lanciata nei giorni scorsi dalle opposizioni al governo: “L’autonomia differenziata va respinta, è un elemento che divide il Paese e peggiora le condizioni”. “L’impegno che abbiamo – ha continuato – è quello di affermare i valori della nostra costituzione, nel momento in cui la nostra costituzione, la libertà e la democrazia del nostro Paese è messa sotto attacco.