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TOSCANA – “L’operazione rimborso da parte della Regione Toscana verso gli alluvionati con il primo sostegno di 3.000 euro si sta concludendo positivamente”. Lo ha annunciato Eugenio Giani, presidente della Regione e commissario straordinario per l’emergenza alluvione del novembre 2023. “Siamo arrivati a vedere liquidati 16,9 milioni – ha detto -, e in corso di liquidazione per cui a ore arriverà direttamente il bonifico, altri 3,7 milioni, quindi ormai abbiamo superato la soglia dei 20,5 milioni rispetto ai 25 che abbiamo stanziato”. Giani ha spiegato che “sono 670 ancora le famiglie che ne hanno diritto ma non hanno inviato l’Iban, e per altri si tratta di imperfezioni nella presentazione della domanda”, sottolineando che “adesso iniziamo, attraverso le domande che devono essere poste attraverso il sito web, l’attivazione della piattaforma che avverrà ad inizio luglio prossimo e che ci porterà a distribuire quei 66 milioni stanziati dal governo di cui io sono commissario esecutore, per quello che riguarda sia le famiglie, sia le imprese. Di questa cifra abbiamo circa 40 milioni dedicati alle famiglie, gli altri alle imprese: ci sarà una soglia di rimborso di 5mila euro per ogni famiglia e 20mila euro per ogni impresa. Le famiglie che hanno già ottenuto i 3mila euro dalla Regione possono assolutamente attivarsi per ottenere i 5mila euro che vengono dallo stanziamento del Dl”.
Oggi il ministro Nello Musumeci ha proposto rendere obbligatorio il censimento dei fiumi tombati, e provvedere ove possibile a una loro riapertura. “Il censimento noi lo abbiamo già fatto ed è aggiornato, siamo però anche consapevoli che serviranno risorse ingenti per poter mettere mano ad una situazione di questo tipo” ha detto l’assessora alla Protezione civile della Regione Toscana, Monia Monni – e forse non basterà nemmeno quella perché laddove le urbanizzazioni si sono insidiate al di sopra del corso di questi fossi, non basta aprirli, bisogna delocalizzare”. Quindi, ha aggiunto l’assessora, “sappiamo dove è possibile intervenire per riaprirli, e per questo serviranno risorse, ma sappiamo anche dove invece dobbiamo imparare a gestirli ricordandosi che è una competenza di chi quei fossi li ha tombati, cioè dei Comuni”.