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Primavera Sound 2024: i consigli de “Le Selezioni” // Giorno 2

today31/05/2024 1

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L’edizione 2024 del Primavera Sound di Barcellona è ufficialmente iniziata, e noi di Novaradio Città Futura saremo lì a raccontarla per voi. 

Per tutti coloro che seguono Le Selezioni Musicali del Martedì non sarà una novità, ma ci è sembrato opportuno stilare una lista di nomi che non dovreste assolutamente perdervi.

Ecco quindi una selezione (è il caso di dirlo) di band e artisti, divisi per le 3 giornate principali (30-31 maggio e 1° giugno), che consigliamo per chi sarà lì al festival.

 

Venerdì 31 maggio

 

Badbadnotgood – Cupra stage, 20:50

Quattro ragazzi canadesi con una sola missione: rendere il jazz ibridato e fruibile per le nuove generazioni. In una parola, cool. E ci sono riusciti eccome: sono passati sette anni dall’uscita del loro splendido, quarto album, intitolato appunto IV, che comprendeva sprazzi di acid jazz, cavalcate con fughe di basso e organo degne dei migliori Goblin, grosse e pastose pennellate di soul e freschissime liaison con il mondo dell’hip hop.

Badbadnotgood sono il ritratto del pedigree eccellente che portano con sé, frutto di studi di conservatorio, prove interminabili che lasciano calli e cicatrici, performance al limite della follia dionisiaca, un po’ tipo quel film, Whiplash, in cui il mondo del jazz accademico viene paragonato a quello militare.

Ma lungi da loro incarnare la compostezza e la rigidità di quegli ambienti. I BBNG esprimono fluidità e mostrano di avere sempre un occhio attento verso il presente, ma anche grande rispetto del passato: da Kaytranada a Ghostface Killah, passando per Arthur Verocai, i BBNG hanno coinvolto un cast di musicisti di varia estrazione per i loro ambiziosi progetti. L’ultimo in ordine di tempo è una coppia di EP, Mid Spiral, dal sapore vintage, che evocano sul pentagramma, senza alcuno sforzo, la calypso music, il soft rock anni ’70, il funk, la psichedelia.

Questo caleidoscopio di suoni e colori vi colpirà, in uno dei palchi più belli ( forse, a detta del sottoscritto, il più bello e suggestivo) che il Parc del Fòrum possa offrire. A fare da cerimonieri, ovviamente, quattro ragazzi canadesi dall’aria vaga che, una volta saliti sul palco, daranno prova della loro assoluta maestria.

Un pezzoSpeaking Gently, 2017.

They Hate Change, Boiler Room, 22:00

La Boiler Room come luogo dell’anima: un concept che ha fatto il giro del mondo, con le sue serate danzanti, i dj di spalle a un pubblico di sconvolti, feste infinite che si protraggono ad libitum e si estendono in ogni possibile buco del tessuto urbano di grandi e piccole città, luoghi improbabili, situazioni (spesso) leggendarie. È un qualcosa che, già di suo, porta con sé tutto il corredo di misticismo e pura venerazione per i clubbers, quella piccola grande cosa che tutti chiamano FOMO, ma che si esprime come voglia di esserci, nel qui e ora.

E la Boiler Room “installata” nelle sinuosità cementose del Fòrum, con quell’aspetto da Thunderdome alla Mad Max, con Tina Turner “zietta Entità”, che sprona le folle a compiere rituali collettivi, è la rappresentazione fisica di questo spirito. Con una capienza (ovviamente) limitata, la struttura metallica e il booth del dj democraticamente posto in mezzo alla pista, così che tutti possano vedere e “toccare”, questa piccola cattedrale del sound urbano è la cornice ideale per ospitare un cast di dj e performer di caratura assoluta.

Parte di questo piccolo cast alternativo alla lineup resa nota qualche mese fa, si rivolge non solo alle varie iterazioni di house, disco, techno e jungle, ma anche a una nidiata di artisti che stanno ridefinendo i confini dell’hip hop con le loro “visioni”.

They Hate Change, duo da Tampa, Florida, sono tra i nomi che più mi hanno colpito ed eccitato in questa specifica sede: visceralmente legati alle tradizioni sonore del luogo d’origine, come la (o il) jook, genere che mescola elettronica da club e rap, o la più nota Miami Bass, i THC hanno scritto in tempi recenti una piccola, pur significativa, pagina dell’hip hop contemporaneo. L’album del 2022 Finally, New li mette in luce, curiosamente però su un’etichetta, Jagjagwuar, che generalmente traffica tutt’altro – cose tipo Bon Iver, o Unknown Mortal Orchestra. Ciononostante, si sono ricavati una propria nicchia in un genere sempre in espansione e volto alle prospettive future, nonché essersi preso di diritto un posto nel mio cuore. Tutti in pista!

Una performance: Live at Le Guess Who? 2022 https://www.youtube.com/watch?v=I953NpxXLdI

 

EYE – Warehouse x DICE, 00:45

Venerdì è il giorno delle volate clubbistiche. Se siete ancora in forma e volete tmettere a frutto le vostre capacità danzanti, ben venga. Ma in questo caso, dovrete impegnarvi non solo con gamba torso e braccia, ma anche con la testa e con le orecchie.

Il percorso artistico di Yamataka Eye è quanto di più improbabile ed eccitante si possa pensare nel mondo della musica underground. Ancor più in quella imprevedibile, folle e anarchica della musica underground giapponese. Ecco, anarchica è l’aggettivo appropriato: membro in gioventù del collettivo noise di base a Osaka chiamato Hanatarash, accomunato dalla passione dei propri membri per i pensatori anarchici come Chomsky, la performance art di Joseph Beuys, e la totale riverenza verso il leggendario gruppo tedesco Einstürzende Neubauten, Eye muove i primi passi artistici nel difficile scenario politico e sociale del Giappone anni ’80. Gli Hanatarash erano famosi per fare delle vere e proprie performance, appunto. Perlopiù distruttive, come quando demolirono letteralmente il palco su cui dovevano esibirsi, con l’ausilio di un’escavatrice parcheggiata nel retro del locale. Di musicale c’era forse ben poco, e Eye si rivelò essere qualcosa in più rispetto a un “semplice” terrorista sonoro (o demolitore di palchi), fondando una delle band più innovative e affascinanti degli anni ’90, i Boredoms. Anche lì, grandi concept, tipo 88 Boadrum (una performance avvenuta l’8 agosto 2008 alle 8:08, con 88 batteristi riunitisi in vari parchi o ampi spazi all’aperto di varie città), ma anche dischi di rara bellezza e stranezza che nonostante tutto uscivano sotto l’egida di una major come Warner Music.

Eye col tempo si è pure riscoperto deejay (sotto vari pseudonimi, tipo Dj Pika Pika Pika), ed è in questa veste che si esibirà al PS di quest’anno, nella Warehouse, piccolo gioiellino indoor ricavato da un vecchio parcheggio sotterraneo.

Uno show radiofonico: il programma di EYE su NTS Radio: https://www.nts.live/shows/eye

 

Tommaso Bonaiuti 

>> Ascolta le puntate de “Le Selezioni Musicali del Martedì” <<

Scritto da: Redazione Novaradio


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